Compravendita usato: e l’economia circolare ci guadagna

Ricerca di Subito: 4,5 milioni di tonnellate di CO2 risparmiati grazie alla compravendita dell’usato. Altri dati molto incoraggianti

18 milioni di oggetti venduti in un anno in Italia hanno permesso di risparmiare non solo 4,5 milioni di tonnellate di CO2, ma anche 246.000 tn. di plastica, 1,6 milioni di tn. di acciaio e 154.000 tn. di alluminio. Dunque comprare e vendere l’usato fa bene e non solo al portafoglio (è stato calcolato che il risparmio può superare i 1000 euro), ma fra i tanti effetti genera un circolo virtuoso che allunga la vita degli oggetti e diventa un gesto di responsabilità nei confronti dell’ambiente che prende il nome di Second Hand Effect.

Compravendita dell’usato, una pratica universale

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In Italia l’economia dell’usato vale 21 miliardi di euro, ovvero l’1,2% del PIL

In 10 paesi legati tra loro dal fatto che utilizzano piattaforme di compravendita dell’usato legate al gruppo internazionale Schibsted (Francia, Spagna, Norvegia, Finlandia, Ungheria, Marocco, Brasile, Messico, Italia e Svezia), il risparmio di CO2 è stato nel 2017 di 21,5 milioni di tonnellate. Partendo dal presupposto che acquistare un oggetto usato significa non produrne uno nuovo e non dismettere lo stesso, eliminando le emissioni di CO2 e il consumo di nuovi materiali, Schibsted con l’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL) ha analizzato per il terzo anno consecutivo l’impatto dell’economia dell’usato, dimostrandone l’effetto positivo sul nostro Pianeta.

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A cosa possono corrispondere queste 21,5 tn. di anidride carbonica? Per fare qualche esempio, al blocco del traffico della città di Oslo per addirittura 43 anni oppure a 1,2 milioni di tonnellate di plastica con cui si potrebbero produrre 169 miliardi di buste di plastica o 22 miliardi di bottiglie PET da 2 litri.

Sono stati risparmiati anche 7,8 milioni di tonnellate di acciaio che corrispondono a 62mila Statue della Libertà e ancora 0,7 milioni di tonnellate di alluminio che servono per fabbricare 49 miliardi di lattine.

Napoli città virtuosa

In Italia le tonnellate di CO2 risparmiate sono state 4,5 milioni; le 3 regioni più virtuose sono Campania (che ha contribuito con oltre 709 mila tn di CO2, pari al 15,8% del totale), Lombardia e Lazio; chiudono la top 5 Emilia Romagna e Veneto. Anche a livello di province la Campania si conferma la più green grazie al primo posto di Napoli, unica città del Sud presente nelle prime cinque, che ha risparmiato 516.776 tonnellate di CO2. Seguono Roma, Milano, Torino e infine Bologna.

Una ricerca di Subito

I dati dello studio  sono stati diffusi da Subito, l’azienda italiana per vendere e comprare online. I dati diventano ancora più significativi se si pensa che la Second Hand Economy, cioè l’economia dell’usato, nel Belpaese vale 21 miliardi di euro, ovvero l’1,2% del PIL.

Per la cronaca i 4,5 milioni di tonnellate di CO2 risparmiati equivalgono a 4,4 milioni di voli a/r Roma-New York o a 12 mesi senza traffico nella città di Roma, alla produzione di quasi 7 miliardi di kg di pasta, alla produzione e al riciclo di 65 milioni di biciclette, 18 milioni di divani, 12,4 miliardi di bottigliette di Coca-Cola da 200ml, 329 milioni di sneakers o ancora 16,6 milioni di laptop.

Oltre alle 4,5 milioni di tonnellate di CO2, grazie all’economia della compravendita dell’usato sono state risparmiate ben 245.927 tonnellate di plastica, con cui si potrebbero produrre 4,6 miliardi di bottigliette PET da 2 litri oppure 34,7 miliardi di buste di plastica, 1,6 milioni di tonnellate di acciaio, equivalenti a 428.861 container, o ancora a 153.830 tonnellate di alluminio che corrispondono a 10,3 miliardi di lattine.

Tutte queste notizie sugli effetti virtuosi della compravendita dell’usato  si trovano in un sito realizzato da Subito e dedicato al Second Hand Effect , dove trovare il risparmio di CO2 per gli oggetti più comunemente comprati e venduti sulla piattaforma, insieme alla classifica delle regioni e delle città più virtuose e al report completo sul risparmio generato da Subito e dalle piattaforme del gruppo Schibsted.

Quanta CO2 si risparmia per oggetto

La ricerca prende in considerazione solamente gli annunci pubblicati su Subito dagli utenti privati, mentre sono stati esclusi gli annunci pubblicati dalle aziende e relativi alle categorie servizi, animali e immobiliare. Tutti i dati d’impatto ambientale relativi agli annunci e alla gestione aziendale sono stati quindi inseriti nel calcolatore delle emissioni di anidride carbonica creato da IVL.

Per calcolare il risparmio complessivo derivante dalla compravendita su Subito, IVL ha preso in considerazione le emissioni derivanti dalla produzione degli oggetti più venduti sulla piattaforma. Quante emissioni si eviterebbero quindi per ogni singolo oggetto? La compravendita di un’auto usata ad esempio permette di risparmiare 5,6 tonnellate di CO2, un computer portatile 270kg, un divano 250kg, un passeggino 220kg, uno smartphone 75kg, una sedia 72kg, una bici 69kg, un paio di jeans 33kg e una t-shirt 7,2kg.

Compravendita usato: come calcolare la CO2

L’analisi del ciclo di vita è un metodo di ricerca scientificamente riconosciuto e utilizzato per calcolare l’impatto ambientale che si basa su una considerazione: ogni prodotto usato venduto sostituisce la produzione di un prodotto equivalente nuovo e la gestione della dismissione del prodotto stesso.

Di ogni oggetto, ad esempio un divano, vengono calcolate la presenza di ciascun materiale che entra a comporre l’oggetto (legno acciaio, poliestere, poliuretano, pelle, cotone, ecc)  e quanto è costato, in termini di impatto ambientale, l’estrazione o la produzione di quel materiale. Dopo una serie di passaggi il valore attribuito all’oggetto viene dal quantitativo di materiale presente (plastica, acciaio e alluminio) e di emissioni in chilogrammi di CO2e.

Nel calcolo effettuato è stato tenuto conto anche dell’impatto ambientale che deriva dal trasporto degli oggetti tra venditore e compratore; inoltre, è stato preso in considerazione anche l’impatto ambientale negativo che deriva dalle attività svolte dall’azienda.  Le voci considerate sono il consumo di energia elettrica dei server e degli uffici e gli spostamenti di lavoro. Il risultato finale è al netto degli impatti negativi aziendali.

 

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