
Arpa Emilia-Romagna, Arpa Veneto, Arpa Friuli Venezia Giulia, Ispra, università, istituti di ricerca e istituzioni pubbliche dell’Italia e della Croazia, insieme per monitorare il Mar Adriatico e salvarlo dai cambiamenti climatici
AdriaClim è il progetto europeo che intende studiare gli effetti dei cambiamenti del clima sulle zone costiere dell’Adriatico e individuare le misure a vari livelli, comunale, regionale e nazionale, per ridurne l’impatto sulla società. Il progetto intende costruire una base conoscitiva all’avanguardia con le attuali conoscenze scientifiche, rendendola fruibile e accessibile ai decisori politici comunali, regionali e a ogni portatore di interesse della zona costiera dell’Adriatico, e identificare e dare priorità, insieme a portatori di interesse locali (amministrazioni comunali, imprese, cittadini, ecc.), a una serie di misure per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Il risultato sarà lo sviluppo di un sistema informativo utile a supportare le decisioni degli amministratori locali che saranno sempre più chiamati a fronteggiare gli effetti sul territorio dei cambiamenti climatici.
Secondo il “Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc)”, per il bacino del Mediterraneo entro il 2050 si prospetta il seguente scenario:
- la temperatura del mare Adriatico aumenterà di circa + 1.5 / 1.6 ° C
- il livello marino salirà di 7 cm, con possibile incremento dell’erosione costiera
- l’aumento di temperatura e volume del mare porterà a un incremento della salinità
- la salinizzazione dell’acqua dolce e degli acquiferi sarà sempre più frequente
- gli effetti avversi sull’ecosistema marino saranno inevitabili
Temperature più elevate associate a una maggiore frequenza ed entità delle mareggiate impongono sfide significative di gestione delle coste che possono essere affrontate al meglio se si mettono in atto gli sforzi combinati di istituzioni pubbliche, amministrazioni, enti di ricerca e portatori di interesse.

Oltre a incrementare lo stato osservativo marino-costiero attraverso l’installazione di specifiche stazioni di misura, il progetto si propone di sviluppare una modellistica numerica accoppiata atmosfera-oceano-onde-fiumi a scala di bacino adriatico, con risoluzione di circa 5 km, e su aree pilota regionali a più alta risoluzione. Attraverso questa modellistica si riusciranno a ottenere indicatori locali più specifici e in questo modo gli amministratori e i decisori politici saranno in grado di comprendere i fenomeni a piccola scala indotti dai cambiamenti climatici e utilizzare le informazioni per sviluppare piani di adattamento regionali o locali.
L’utente e il decisore finale potranno così contare sullo sviluppo di un sistema avanzato comune, interoperabile e volto a facilitare l’accesso e la condivisione di dati e indicatori, che verrà mantenuto e integrato anche successivamente alla fine del progetto per favorire la creazione e l’aggiornamento dei piani di adattamento.
Per rafforzare la capacità di adattamento e mitigazione in Italia e in Croazia, i piani regionali e locali saranno sviluppati in 9 aree test (6 italiane e 3 croate) dove i partner territoriali assumeranno la guida e coopereranno con le autorità locali e le parti interessate per aumentare la resilienza delle aree pilota coinvolte in questa attività.
Nell’ambito del progetto sarà inoltre istituito un Gruppo transnazionale di esperti nella Gestione delle tematiche del cambiamento climatico con la funzione di organo di gestione transfrontaliero permanente, che favorirà la collaborazione tra le istituzioni italiane, croate e internazionali sui piani di adattamento e sulle misure di mitigazione.
Il progetto, finanziato dal programma di cooperazione Interreg Italia-Croazia, è coordinato da Arpae Emilia-Romagna e coinvolge Ispra, Arpa Veneto e Arpa Friuli Venezia Giulia, oltre a università, istituti di ricerca e istituzioni pubbliche dell’Italia e della Croazia.
(fonte: snpambiente)