
Il gruppo energetico italiano emiliano punta sulle rinnovabili più che sui combustibili fossili per migliorare l’efficienza energetica green.
L’utilizzo di energia green prodotta da fonti rinnovabili oggi è una necessità per vari motivi: è rinnovabile all’infinito, è facilmente reperibile, riduce l’immissione di CO2 in atmosfera, è ad impatto zero sull’ambiente, fa risparmiare e non inquina.
Può risolvere il fabbisogno energetico delle attività umane. Per cui, tutti i grandi gruppi energetici puntano sull’energia green per poter rimanere competitivi sul mercato.
In redazione ci è giunta notizia che il Gruppo Hera, la Holding Energia Risorse Ambiente di Bologna, ha incrementato l’utilizzo di carbone e combustibili fossili, puntando su energia nucleare e termovalorizzatori. La notizia ci ha lasciato perplessi, così abbiamo “indagato”. Abbiamo contattato Cristian Fabbri, Direttore Centrale Mercato Hera, per capire come stanno realmente le cose.
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Notizie di questi giorni rivelano che l’Italia sta investendo molto nelle energie rinnovabili: infatti, secondo alcune stime, il 40% di energia elettrica prodotta nel nostro Paese è ottenuto da fonti rinnovabili. Come mai Hera ha invece ridotto drasticamente l’utilizzo di energia green?
«In realtà, il Gruppo Hera ha incrementato l’utilizzo di energia green: il Gruppo usa solo energia rinnovabile per i suoi consumi interni. Una scelta che consente di risparmiare circa 146 mila tonnellate di CO2 all’anno (il 10% delle emissioni complessive del Gruppo). Inoltre, la quantità di elettricità “verde” venduta ai clienti che hanno aderito ad un’offerta del “Pacchetto Natura”, – che garantisce elettricità prodotta da fonti rinnovabili – dal 2015 al 2017 è triplicata.
Ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili è cruciale per contrastare il cambiamento climatico ed è uno degli obiettivi prioritari del Gruppo Hera. Per quanto riguarda le scelte del Gruppo, come dimostrano le molteplici iniziative di questi anni (solo per citare i due più recenti: la realizzazione di un impianto di biodigestione che genera biometano dai rifiuti organici raccolti sul territorio; la sottoscrizione di un accordo con Eni per la trasformazione degli oli vegetali in green diesel, che verrà utilizzato dai mezzi per la raccolta dei rifiuti urbani) occorre continuare nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili».
Quali sono le politiche ambientali che avete in atto? E quali attuerete nel prossimo futuro?
«La sostenibilità è da sempre uno dei valori guida del Gruppo Hera, e già dal 2016 l’azienda ha messo al centro la creazione di valore condiviso (CSV, creating shared value), ovvero la quota di margine che deriva dalle attività di business che contribuiscano alle call to action indicate dall’Agenda Onu 2030 e da altre politiche a livello europeo, nazionale e locale.
Sono tre le aree tematiche che raggruppano gli interventi del Gruppo capaci, oggi e in futuro, di creare valore condiviso: uso intelligente dell’energia, uso efficiente delle risorse, innovazione e contributo allo sviluppo del territorio. La quota di marginalità generata da progetti che afferiscono a queste tre aree e che portano benefici per l’azienda e, allo stesso tempo, contribuiscono al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, nel 2017 è arrivato a sfiorare i 330 milioni, e salirà al 2021 fino ad un importo di complessivo 450 milioni di euro».
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Dunque, alla luce delle risposte dell’azienda, evidentemente le informazioni che avevamo ricevuto non erano corretti. Negli ultimi anni Hera ha avviato quasi mille progetti di risparmio energetico, grazie ai quali è stato possibile evitare la produzione di più di 1,4 milioni di tonnellate di CO2 in 10 anni. Inoltre, aderisce al Carbon Disclosure Project, ente indipendente che offre ad aziende e Paesi un sistema per misurare, gestire e condividere le informazioni sull’impegno nel contrastare il cambiamento climatico.
Insomma, nessuno oggi basa esclusivamente la produzione di energia elettrica sul carbon fossile. Le fonti rinnovabili offrono possibilità infinite, la ricerca studia nuovi sistemi di produzioni energetiche ad impatto zero, a costi ridotti e con la massima efficienza. Il rilancio dell’energia nucleare grazie a nuove scoperte su come “maneggiare” la fusione, che produce grandi quantità di energia e zero scarti, e l’utilizzo delle celle ad idrogeno che “scarta” acqua, sono due importanti soluzioni che stanno aprendo nuovi scenari.