
Il 28 giugno il Consiglio UE ha adottato la norma per fissare l’obiettivo della neutralità climatica dell’UE entro il 2050. Ma il 28 giugno ha visto anche il giorno del prologo del G20 a Bari, dove si discuterà anche di clima. Patty L’Abbate (M5S): “Provvedimento importante per il Green Deal Europeo”
Con la nuova normativa europea sul clima viene fissato un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’importanza del provvedimento assunto è associata alla prossima pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE con la sua conseguente entrata in vigore. È un momento importante per l’Europa che corona anche le battaglie dei giovani scesi in strada per manifestare e chiedere ai governi di assumere provvedimenti forti e definitivi. L’Unione li ha ascoltati, assumendo un atteggiamento di apertura ai movimenti di opinione e di fatto dandone rilevanza.
Un punto fermo verso la neutralità climatica
L’adozione fa seguito a un accordo politico raggiunto con il Parlamento europeo il 21 aprile. «Mi rallegro vivamente di questo ultimo passo per l’adozione della prima normativa dell’UE sul clima che sancisce nella legislazione l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Oltre all’obiettivo della neutralità climatica e all’obiettivo indicativo in base al quale l’UE dovrà adoperarsi per raggiungere emissioni negative dopo il 2050, la normativa europea sul clima fissa un obiettivo climatico vincolante dell’Unione di una riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) pari ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990». È quanto dichiara la senatrice Patty L’Abbate, Capogruppo del M5S in Commissione Ambiente del Senato.
Facciamo presente che la neutralità climatica è un punto di equilibrio strategico per il Pianeta: rappresenta infatti il punto in cui le emissioni di gas ad effetto serra non superano la reale capacità della terra di assorbire le stesse emissioni. Ecco l’importanza dell’equilibrio e il raggiungimento di una neutralità: il pianeta, continua L’Abbate, «potrà avviare da questo punto quel percorso di continuo miglioramento ambientale da cui potrà scaturire un processo nuovo, con un effetto moltiplicatore delle strategie in campo ed un effettivo risanamento». Per ottenere ciò è fondamentale la conoscenza dello stato di salute, con il monitoraggio continuo delle emissioni e l’adozione di strategie per ridurle.
Un pianeta in sofferenza
Che la situazione sia oggi critica, lo si vede dalla presenza di condizioni climatiche estreme come la siccità, ma anche dalle ondate di caldo che colpiscono il paese in questi giorni, oppure dalle piogge intense, le alluvioni in pianura e le frane sui rilievi che diventano sempre più frequenti in tutto il continente. Oggi gli scienziati ci richiamano anche sul fenomeno dell’innalzamento del livello dei mari, come anche sull’acidificazione dell’oceano. Fenomeni questi da controllare ed invertire quanto prima, avviando percorsi virtuosi anche per la tutela della biodiversità.

Per ridurre e prevenire le emissioni, la normativa sul clima introduce un limite di 225 milioni di tonnellate di CO2 equivalente al contributo degli assorbimenti a tale obiettivo (Le emissioni zero – o neutralità carbonica – consistono nel raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio). L’Unione punterà anche ad aumentare il pozzo netto di assorbimento del carbonio entro il 2030 (viene definito pozzo di assorbimento un sistema in grado di assorbire maggiori quantità di carbonio rispetto a quelle che emette). Inoltre, la Commissione potrebbe proporre un obiettivo climatico intermedio per il 2040, al più tardi entro sei mesi dal primo bilancio globale effettuato nel quadro dell’accordo di Parigi. Pubblicherà anche una previsione del bilancio indicativo dell’Unione per i gas a effetto serra per il periodo 2030-2050, comunicando anche la metodologia di valutazione utilizzata.
La senatrice L’Abbate: “Presto dialoghi con i portatori di interessi”
La qualità dei nostri oceani e delle nostre foreste va mantenuta alta perché i principali pozzi di assorbimento naturali sono proprio rappresentati dagli oceani, dal suolo e dalle foreste, che rappresentano pozzi naturali in grado di rimuovere tra 9.5 e 11 Gt (GigaTonnellate) di CO2 all’anno. Che la situazione climatica sia oggi preoccupante lo si ricava dal dato del 2019, in cui le emissioni globali di CO2 hanno superato di più di tre volte (38.0 Gt) la capacità totale di assorbimento dei pozzi naturali. Occorre controllare quindi il bilancio, definito come il volume totale indicativo delle emissioni nette di gas a effetto serra (espresso in CO2 equivalente e comprensivo di informazioni separate sulle emissioni e sugli assorbimenti) che si prevede saranno emesse nel periodo in questione senza compromettere gli impegni assunti dall’Unione nel quadro dell’accordo di Parigi. La normativa europea sul clima prevede l’istituzione di un comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici, che avrà il compito di fornire consulenza scientifica indipendente e presentare relazioni in merito alle misure dell’UE, agli obiettivi climatici e ai bilanci indicativi per i gas a effetto serra e alla loro coerenza con la normativa europea sul clima e gli impegni internazionali dell’UE nel quadro dell’accordo di Parigi.
La sen. Patty L’Abbate evidenzia ancora che «La Commissione avvierà dialoghi con i comparti economici che sceglieranno, su base volontaria, di elaborare tabelle di marcia indicative per il conseguimento dell’obiettivo della neutralità climatica dell’Unione per il 2050. Oltre al monitoraggio dell’elaborazione di tali tabelle di marcia, la Commissione agevolerà il dialogo a livello dell’UE e condividerà le migliori pratiche tra i portatori di interessi». Nelle sue conclusioni del 12 dicembre 2019 il Consiglio europeo ha approvato l’obiettivo di realizzare un’UE a impatto climatico zero entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi, pur riconoscendo la necessità di predisporre un quadro favorevole che vada a beneficio di tutti gli Stati membri e comprenda strumenti, incentivi, sostegno e investimenti adeguati per assicurare una transizione efficiente in termini di costi, giusta, socialmente equilibrata ed equa, tenendo conto delle diverse situazioni nazionali in termini di punti di partenza.
Verso la realizzazione del Green Deal

«Il provvedimento adottato – dichiara ancora la sen. L’Abbate – costituisce una parte basilare della strategia Green Deal europea». Infatti, volendo ripercorrere le tappe fondamentali di questo processo, si ricorda che il 17 settembre 2020 la Commissione ha adottato una proposta che modifica quella iniziale con un obiettivo UE più ambizioso di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Il 10 e l’11 dicembre 2020 il Consiglio europeo ha poi approvato un obiettivo UE vincolante di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra pari ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e dopo pochi giorni ha anche adottato un orientamento generale sulla proposta di legge europea sul clima e lo scorso 21 aprile 2021 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta. Ora che la normativa europea sul clima è stata adottata sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio, resta solo che venga firmata e pubblicata nella Gazzetta ufficiale per poter entrare in vigore.
Il G20 delle speranze
Parte intanto ufficialmente martedì 29 giugno il G20 a Matera, con i Paesi partecipanti che mettono in discussione la necessità di aiutare a realizzare una ripresa che sia sostenibile e inclusiva. Sono previsti nuovi impegni e nuove risorse economiche per l’avvio di azioni coordinate e integrate tra le varie esigenze nazionali. La sen. L’Abbate richiama ancora «l’importanza di sostenere investimenti green, orientati verso la transizione ecologica: nell’economia circolare con la diminuzione degli sprechi creando il ciclo dei biological nutrients e quello dei technical components, e nel settore energetico avviare l’eolico offshore, il solare fotovoltaico, la produzione del carrier idrogeno verde e i. Tutto incentrato nel duplice scopo di migliorare le condizioni climatiche e offrire nuovi posti di lavoro nel settore green. Affrontiamo dunque il futuro, nella speranza di aver imparato la lezione di vita, e aver inteso che ci salviamo solo se consideriamo i nostri limiti, le leggi della termodinamica, se poniamo la collaborazione come punto fermo per poter costruire una comunità globale coesa e attenta ai bisogni di tutti» .
Questo è l’anno della Presidenza italiana del G20, che si caratterizzerà con incontri ed eventi speciali, come quello di questi giorni tra Bari e Matera e che culminerà nel Vertice dei Capi di Stato e di Governo il 30 e 31 ottobre 2021. La presidenza italiana del G20 si pone anch’essa l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 come un traguardo ambizioso ma non rinunciabile e per il quale si deve cogliere l’occasione di coniugare sviluppo ed occupazione con salvaguardia dell’ambiente e sguardo nuovo ad un futuro davvero sostenibile.