Clima: Corea un piano contro l’inquinamento atmosferico

Troppe polveri sottili nell’aria. Stanziati oltre 5 miliardi di euro per riqualificare Seoul e il Paese.

«L’inquinamento atmosferico è un disastro sociale». Una dichiarazione secca, senza giri di parole. A pronunciarla, il Parlamento della Corea del Sud. La riflessione è figlia di una situazione – quella coreana, certo, ma che potrebbe essere estesa a molti altri Paesi – che sta raggiungendo livelli e contorni allarmanti. Ma andiamo per gradi.

Clima: emergenza polveri sottili

Gli ultimi mesi – ma in realtà il dato è mestamente in ascesa da alcuni anni – si sono registrati forti aumenti di inquinamento nell’aria.

Un’immagine poco confortante di Seoul, capitale della Corea del Sud

In particolare i primi mesi di quest’anno le polveri sottili hanno raggiunto livelli senza precedenti: un problema non solo riscontrabile “in laboratorio”, ma addirittura visibile. E tangibile. L’impressione è quella di una fitta nebbia. Anche i raggi del sole faticano a farsi spazio. La questione è ancora più delicata, poiché la presenza delle polveri viene ricondotta in buona parte all’industria cinese, principale responsabile di produzione di inquinamento, che si riversa anche negli Stati limitrofi. Come la Corea, appunto.

LEGGI ANCHE: AirVisual Earth. E’ in rete la mappa dell’aria

Questa emergenza ha richiesto un’immediata contromisura.
Una prima idea – partorita e messa in pratica ad inizio anno sulla capitale Seoul – è stata quella di “creare” una pioggia artificiale che precipitasse da nuvole di ioduro d’argento, con lo scopo di diradare le polveri.
Il risultato è stato, tuttavia, poco confortante. La pioggia tanto invocata è stata di fatto una acquerugiola di breve durata, che non è stata in grado di assolvere al suo compito. Da qui il Presidente coreano Moon Jae-in ha etichettato la problematica come “disastro naturale”. Senza tuttavia rimanere con le mani in mano.

Clima: il rilancio ambientale

Non c’è stato bisogno di lunghe riflessioni e lenta burocrazia per capire l’impellenza d’intervento.

Il Presidente coreano Moon Jae-in

Dopo la riunione parlamentare, lo scorso marzo, ci si è subito adoperati per attuare un piano di rilancio dell’ambiente. Oneroso. Indispensabile.
Sono stati infatti stanziati 6,7 mila miliardi di won coreani (l’equivalente di oltre 5 miliardi di euro) per generare una svolta sul piano atmosferico: di questi, circa un terzo finanzieranno i programmi di “pulizia” della qualità dell’aria, dagli investimenti nel settore delle energie rinnovabili alle modifiche green nelle scuole e su edifici pubblici e privati; i restanti due terzi, invece, saranno investiti nel potenziamento delle esportazioni, un ramo dell’economia coreana molto importante che sta vivendo un periodo di empasse.
Ampliando gli orizzonti, il governo coreano ha predisposto un piano operativo che auspica, fino al 2040, un incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili fino al 35%, quintuplicando la produzione attuale, che si assesta sul 7%.
Un sensibile passo in avanti, dunque. Il tutto favorito dalla creazione di nuovi posti di lavoro (più di 70 mila), che sul piano economico e sociale è sintomo di un impulso positivo.

Articoli correlati