
Di bruttino è bruttino. Ma è l’uomo preistorico più vecchio d’Europa; e ora ha un volto, un corpo, quanto basta a far accapponar la pelle. Il cranio e lo scheletro perfettamente conservato e in parte fossilizzato di Ciccillo, questo il nome dato al Nostro, era stato scoperto il 3 ottobre 1993 dagli speleologi Lorenzo Di Liso, Marco Milillo e Walter Scaramuzzi durante un’esplorazione nel sistema carsico di Lamalunga, ad Altamura. In questi giorni ci hanno pensato il silicone e l’abilità dei paleo-artisti Adrie e Alfons Kennis a far rinascere, in grandezza naturale, l’uomo di Neanderthal vissuto circa 150mila anni fa. «Il primo murgiano della storia», chiosa ma non troppo Cesare Veronico, presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia, raggiunto da Ambient&Ambienti poco dopo la presentazione ufficiale di Ciccillo in laser ed ossa.

Quale emozione nel vedere assumere sembianze umane a quello che finora era stato solo uno scheletro da interpretare?
«Inizialmente ero un po’ preoccupato – spiega Veronico – temevo che l’aura di mistero che da sempre circonda il cranio dell’Uomo di Altamura si dissolvesse con una fredda ricostruzione 3D. Ma la curiosità, e la personale passione per gli effetti speciali cinematografici ha prevalso, alla fine. Quando ho avuto la possibilità di osservare quel volto sono stato sorpreso dalla qualità dell’immagine e dalla verosimiglianza con quello che può essere un progenitore di tutti noi. I ricercatori hanno fatto un lavoro straordinario che suscita meraviglia per la cura dei dettagli, realizzati senza asportare materialmente quel cranio. E non è elemento sottovalutare. Si tratta di un’opera che conferisce ulteriore valore alla scoperta effettuata dai nostri speleologi nell’ottobre del 1993 e che rappresenta un bene unico al mondo: lo scheletro integro del più antico uomo di Neanderthal d’Europa. Oltre a essere il più antico scheletro esistente, il nostro “Ciccillo” è, a tutti gli effetti, soprattutto il primo murgiano della storia. E ha una faccia che ispira simpatia: un testimonial che dice molto di noi al mondo».
Cosa cambia, ora, al Centro Visite di Lamalunga ( il luogo dove è stato ritrovato Ciccillo e dove era stato allestito nel 2004 una sorta di museo “virtuale” ndr )?
«Il sito di Lamalunga è interno al Parco ed è già al centro dei percorsi di valorizzazione e tutela del nostro Ente: è inserito nei beni che tuteliamo e valorizziamo all’interno dei Sistemi Ambientali e Culturali (SAC Alta Murgia) e rappresenta una delle mete interessate dai nostri percorsi ciclopedonali che uniscono le 13 città del Parco con i suoi principali attrattori turistici. Nel Centro Visite, negli scorsi anni, abbiamo tenuto numerosissime attività di educazione ambientale che, con un piccolo finanziamento dell’Ente, hanno moltiplicato esponenzialmente il numero delle presenze. I riflettori accesi sull’Uomo di Altamura rappresentano un’ulteriore promozione di cui beneficerà l’intero territorio. Il suggestivo paesaggio lunare che circonda il Centro Visite lascerà incantati i visitatori che, sempre più numerosi, giungeranno qui, attratti dal volto di Ciccillo. Il resto lo farà l’ospitalità di un territorio che ha tanto da offrire e che, lo ricordiamo, è stato insignito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile.
Per quanto concerne il Centro Visite, la sua gestione riguarda il Comune di Altamura ma, come già avvenuto in passato, ad esempio con la rassegna Suoni della Murgia o con il progetto Erasmus, viene impiegato dall’Ente Parco per iniziative che attirano un pubblico molto variegato. Siamo disponibili a rinnovare e sviluppare ogni possibile forma di collaborazione».
E il sito della Valle dei Dinosauri?
«Anche il sito della Valle dei Dinosauri, Cava Pontrelli, rientra nei confini del Parco e, con l’approvazione del Piano per il Parco abbiamo un ruolo determinante nella tutela, valorizzazione ed eventuale gestione di questo bene. Quando siamo stati invitati al confronto sull’argomento abbiamo manifestato piena disponibilità a collaborare con i soggetti coinvolti, a partire dal Comune. Anche in questo caso confermiamo la nostra volontà di poter mettere competenze e risorse a disposizione della comunità per la fruizione e la promozione di un bene di inestimabile valore».