Si scrive Green Public Procurement (GPP), si legge gara pubblica di acquisto secondo “Criteri Ambientali Minimi”. Ossia indicazioni generali che vanno dalle condizioni di esecuzione del contratto ai requisiti di qualificazione del fornitore e che contengono prescrizioni di carattere tecnico da utilizzare a complemento del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Si tratta di criteri per arredi e mobili per ufficio, tessili, apparati di illuminazione pubblica, ristorazione collettiva, serramenti e materiali da costruzione, ma anche di norme sull’acquisto di energia, gestione dei rifiuti, trasporti, servizi di pulizia e arredo urbano. Partendo dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione, adottato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare nel 2008, l‘Enea, unitamente ad altri appositi gruppi di lavoro, ha discusso dell’argomento anche al recente Ecomondo di Rimini, dedicando un particolare focus agli strumenti a supporto degli acquisti pubblici verdi, come le etichette di qualità ecologica ufficiali di vario tipo, quali l’Ecolabel, i sistemi di certificazione (EMAS, ISO 14000 e FSC) e gli strumenti di valutazione ambientale come il Life Cycle Assessment (LCA).
Sono inoltre sempre più diffuse le esperienze messe in piedi in tal senso dalle pubbliche amministrazioni, come il GPPNet della Provincia di Cremona, il “Gare senza carta” del Comune di Reggio Emilia e il progetto PIPER della Regione Emilia Romagna.
Il primo Progetto “GPPnet – La rete degli acquisti pubblici verdi” porta la data del 2002, ma da allora di passi ne sono stati fatti e ora la Rete conta 220 iscritti tra Liguria, Lombardia, Sardegna, Campania, Lazio e Sicilia, oltre che in Spagna, Romania e Polonia. Il nuovo manuale è online al sito www.gppinfonet.it e ci si avvale sempre del web per mettere a disposizione di tutti i “bandi verdi” italiani (www.compraverde.it). Del resto, la Regione Lombardia acquista “verde” dal 2007 attraverso la Centrale Regionale Acquisti e anche il successo della Borsa degli Acquisti Verdi a Cremona lo scorso ottobre parla chiaro della sensibilità che sta ricevendo il GPP in quelle zone e non solo. Un altro esempio è portato infatti dal Comune di Reggio Emilia. Nel 2009 la gestione delle procedure di appalto per lavori pubblici ha coinvolto 571 aziende. Tramite smart card, firma digitale e Pec si è così deciso di snellire e materializzare le nuove “Gare senza carta” che prevedono il passaggio di emissioni di Co2 da 4.628 a 129 kg per le gare aperte e da 250 a 12 kg per ogni gara negoziata, per un risparmio stimato sulle 65 tonnellate di anidride all’anno.