Casa energia quasi zero: la casa del futuro abita a Benevento

Anche in Italia una casa energia quasi zero. La casa del futuro abita a Benevento. In un’area di proprietà dell’Università del Sannio

Si chiama nZEB (nearly Zero Energy Building). In italiano, però, rende meglio: un edificio sperimentale a energia quasi zero. E la casa energia quasi zero è sorta nel Sud Italia: a Benevento. In via San Pasquale, un’area di proprietà dell’Università degli Studi del Sannio.

La casa

Settantuno metri quadri, tecnologia a pannelli X-Lam con isolamento in fibra di legno, un impianto di climatizzazione costituito da un’unità in pompa di calore che copre le esigenze di riscaldamento, raffreddamento, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione meccanica con recupero termodinamico e filtrazione elettronica.

E inoltre: un campo geotermico con sonde orizzontali poste a circa 2 metri di profondità per pretrattare l’aria di immissione o operare in free-cooling e avanzate tecnologie domotiche per il monitoraggio delle prestazioni energetiche e ambientali.

Il progetto

Nella progettazione dell’nZEB – spiegano dall’Università del Sannio – è stata posta particolare attenzione al suo funzionamento passivo, ovvero alla sua capacità di garantire condizioni di comfort termico e igrometrico degli occupanti anche in assenza di impianti di condizionamento attivi.

La casa energia quasi zero si basa su strategie progettuali orientate alla sostenibilità, a riduzione consumi energetici e ottimizzazione del sistema involucro-impianti.

Le tecnologie della casa energia quasi zero

Casa energia quasi zero
Casa a energia quasi zero

Ma oltre a essere ecosostenibile, nZeb è anche intelligente.

L’edificio è, infatti, completamente monitorato attraverso le più avanzate tecnologie domotiche con l’obiettivo sia di fornire agli occupanti strumenti per la fruizione ottimale degli ambienti, sia di configurare un Living Lab per il monitoraggio dettagliato delle prestazioni energetiche e ambientali.

Il cuore del sistema è un hub connesso a internet, controllabile via web o mediante una applicazione.

Con questo è possibile aprire e chiudere serrature e serramenti, comandare spegnimento e accensione di luci e prese elettriche, controllare sensori di temperatura, umidità e sensori anti-allagamento. Possibile, inoltre, gestire l’impianto di climatizzazione e illuminazione in funzione delle condizioni climatiche esterne.

L’Università del Sannio madrina della casa energia quasi zero

«Questa inaugurazione mi rende particolarmente orgoglioso – spiega Ennio Rubino, Presidente del Distretto tecnologico Stress -.  Stress ha dimostrato che è possibile lasciare al territorio ‘oggetti concreti’ come risultati dei progetti di ricerca industriale finanziati con i fondi strutturali europei».

L’utilizzo di questo edificio sarà regolato da un accordo con UniSannio. Previsto l’utilizzo congiunto della struttura per i prossimi dieci anni per attività sperimentali e di ricerca.

L’edilizia sostenibile

La casa del futuro
La casa del futuro sarà completamente domotizzata e autosufficiente dal punto di vista energetico

Il tema dell’edificio a basso fabbisogno energetico è, da ormai molti anni, oggetto di studio e sperimentazione e anche in Italia.

Dal 31 dicembre 2020, tutti gli edifici di nuova costruzione, con alcune eccezioni, dovranno rispondere a requisiti nZEB.

 

Che succede nel Nord Europa?

Gli sviluppi applicativi più diffusi di edifici a energia quasi zero sono tuttavia riferibili all’area Nord europea. Qui le soluzioni per garantire il risparmio energetico sono prevalentemente orientate a ridurre i consumi per il riscaldamento invernale, significativo in paesi contraddistinti da inverni molto rigidi.

In questi paesi, i risultati conseguiti dalla matura sperimentazione tecnologica hanno condotto a norme tecniche ampiamente recepite dai regolamenti edilizi locali. Gli standard per tipi di clima più caldi come quelli dell’area mediterranea non sono ancora egualmente maturi.

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