Cantieri Spaziali: Spazio13 nel quartiere Libertà di Bari si rinnova

Una grande vetrata connetterà il piano rialzato al cortile

Trasformazione per oltre 2 milioni di euro di fondi europei

 

‘Spazio13’ nel quartiere Libertà e l’Accademia del Cinema di Enziteto nel quartiere San Pio, a Bari, saranno riqualificati e rafforzati in nome dell’innovazione sociale e della partecipazione attiva. È questo l’obiettivo di Cantieri Spaziali, progetto per la trasformazione e miglioramento dei Community hub di Bari che la Regione Puglia ha finanziato nel 2021 per oltre 2 milioni di euro di fondi Fesr e Fse, nell’ambito della strategia regionale “PugliaSocialeIN”.

In particolare, su Spazio13 il Comune ha previsto un intervento generale di riqualificazione dell’hub sotto il profilo impiantistico e architettonico, oltre a una riorganizzazione funzionale dei cinque livelli della struttura (l’ex scuola media Melo da Bari, riconvertita nel 2017,  per un totale di circa 2.000 mq). Verranno inoltre migliorati gli spazi pubblici esterni, oggi spogli e dequalificati, al fine di garantirne una maggiore apertura al quartiere.

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I lavori

La presentazione del progetto “Cantieri spaziali” a Bari

Tre sono le aree interessate dal progetto Cantieri spaziali: making e artigianato, innovazione sociale e produzione culturale. Ed infatti il nuovo assetto prevede di destinare il piano interrato alla produzione di oggetti e un laboratorio di falegnameria a forte vocazione didattica, mentre al piano rialzato troverà posto un open space destinato allo studio e a ospitare incontri culturali e riunioni. Il primo piano sarà destinato completamente alla didattica, mentre il secondo piano accoglierà attività orientate alla formazione e uno spazio lettura accessibile a tutti. Il terzo piano, infine, accoglierà i laboratori formativi del food, bistrot, di roasting e di bar tending e laboratori per la produzione e la ricerca nel settore dell’hospitality, assieme a sale riunioni e spazi comuni. L’intervento prevede anche l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche e l’adeguamento dell’edificio agli standard europei, con spazi modulabili, ambienti ampi e una grande vetrata che connetterà il piano rialzato al cortile.

Contestualmente, la proposta Bari Community Hub ha selezionato, in co-progettazione, una rete di realtà locali che operano nell’hub, per accompagnare questo cantiere di trasformazione attraverso iniziative di formazione, attivismo urbano, auto-recupero di spazi e partecipazione. Sono già 23 le attività tra percorsi formativi, talk, eventi e workshop avviati da giugno, per un totale di 401 ore e 200 utenti coinvolti. In questo quadro, come spiegato dalla coordinatrice del progetto, Serena De Filippo, importanti sono soprattutto i professionisti, le associazioni, i gruppi informali valorizzati in questo momento di pausa e chiusura dello spazio, affinché le loro competenze possano essere messe al meglio al servizio dei partecipanti ai progetti. Sempre nel nome dell’innovazione sociale. I destinatari diretti del progetto successivamente assumeranno il ruolo di “ambasciatori” delle attività di Cantieri Spaziali, generando un effetto contagio sul quartiere e la città.

Fino a novembre sono previsti ancora i laboratori di Innovazione sociale (“Tecniche di Problem Solving”, “Kaizen: il cambiamento a piccoli passi”, “Drammaturgia dell’evento”, “Guida all’Utilizzo di CANVA: crea il tuo progetto personalizzato”) e di produzione culturale (“Fondamenti di Identità Visiva”, “Direzione Artistica e Promozione del tuo progetto Musicale”).

Cosa sono i Community Hub

Nati nelle grandi città europee da occasioni di riuso di spazi pubblici sottoutilizzati o dismessi, i Community Hub si propongono nei quartieri fragili come luoghi di ricerca, azione, contaminazione ed elaborazione di pratiche sperimentali giovanili. Sono tendenzialmente spazi ibridi (ospitano cioè una molteplicità di servizi e attori), trans-settoriali (welfare, formazione, lavoro, produzione culturale), aperti. informali e hanno come specifico obiettivo quello di elaborare nuove risposte alle istanze del territorio.

La loro presenza può favorire su un quartiere sia l’agire dei soggetti che si muovono dal basso sia quello delle istituzioni, stimolando un rapporto circolare di apprendimento tra amministrazioni e organizzazioni, soprattutto in un quadro di crisi economica e dei sistemi di welfare, specie giovanili.

Spazio 13, nello specifico, nasce dalla volontà del Comune di Bari, nel 2017, dalla riconversione della ex scuola media Melo da Bari, nel quartiere Libertà, in hub di innovazione sociale, con il sostegno di un Bando ANCI sulla rigenerazione urbana. Negli anni si sono avvicendati più di 30 organizzazioni nel campo della produzione musicale, della comunicazione visiva e digitale, dell’arte performativa, della fotografia, del gaming e dell’inclusione attiva. Oggi, al piano seminterrato ospita un teatro e uno spazio eventi, al piano rialzato le stanze di hosting e di falegnameria, al primo, secondo e terzo piano un’alternanza di laboratori di didattica informale (design, start-up di impresa, comunicazione visiva e digitale) e spazi specializzati per auto recupero, prototipazione 3D, sale performance e studi di registrazione musicale. Con la riqualificazione, dunque, non si andrà a toccare la vocazione originale del progetto.

La missione dei CH a Bari

“Da un’indagine condotta a inizio mandato, su un campione di 1.500 giovani tra i 18 e i 35 anni – ha sottolineato l’assessora alle Politiche giovanili Paola Romano – registrato una forte esigenza di orientamento e lavoro, un desiderio di partecipazione politica e culturale alla città e un bisogno di spazi pubblici in cui coltivare il proprio talento, in maniera informale e collettiva. Al centro di questa strategia di empowerment giovanile, il ruolo dei Community Hub è centrale, perché rappresentano i luoghi elettivi dell’aggregazione giovanile e consentono di creare, all’interno delle città, community professionali informali per condividere idee, competenze e risorse, specie nei quartieri più fragili e periferici della città, come il Libertà”.

La suddivisione degli spazi in uno dei piani di Spazio 13

“In questi anni Spazio13 – ha continuato – grazie all’impegno delle associazioni che lo abitano, ha rappresentato proprio questo: ha attratto capitale umano dal quartiere, dall’intera città e area metropolitana e l’ha moltiplicato, prodotto cultura e spazio di critica, offerto servizi come lo sportello per migranti o l’avvocato gratuito per minori di Save the children, dato ai più piccoli possibilità di gioco e aggregazione, offerto semplicemente un luogo dove gli adolescenti possono ritrovarsi. L’energia delle persone ha reso questo spazio vetusto un luogo bello. Ora è il momento di migliorare questo luogo e di abbattere le barriere architettoniche presenti, ma al tempo stesso di avvicinare tante altre persone con i percorsi di formazione informale”.

“Attraverso il finanziamento di hub di innovazione sociale abbiamo voluto favorire da un lato soluzioni dal punto di vista del potenziamento delle infrastrutture e delle attrezzature, dall’altro il miglioramento delle condizioni di accessibilità ai servizi innovativi da parte dei cittadini – ha dichiarato l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone -. Abbiamo inteso, inoltre, sostenere esperienze di contatto con il mondo del lavoro per giovani professionisti inoccupati e stimolare l’animazione di spazi pubblici per i cittadini. Il fine comune è promuovere la coesione sociale”.

“Nel 2017 – ha spiegato Giacomo Carlucci, coordinatore del progetto “Cantieri Spaziali” – abbiamo promesso di lavorare sempre con un duplice obiettivo: renderlo un punto di riferimento per il quartiere Libertà e una palestra di formazione per la community che lo popola, un luogo sicuro dove allenare e sviluppare competenze. Cantieri Spaziali è un progetto che abbiamo immaginato insieme a tutti i partner e plasmato come un’opportunità per valorizzare e diffondere sul territorio le competenze sviluppate e consolidate negli anni di lavoro a Spazio13, oltre che ulteriore momento di crescita per tutta la community legata a questo hub. Vogliamo lavorare sul livello della qualità dell’offerta al territorio attraverso l’adozione di un modello di governance partecipato e condiviso tra gli enti del terzo settore coinvolti, le risorse umane ad essi legate e le professionalità presenti nella community di riferimento”.

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