Buone Feriae Augusti!

Foto di SHVETS production: https://www.pexels.com/it-it/foto/italia-statua-scultura-vaticano-7947144/

Il 15 agosto è Ferragosto. Il clou delle vacanze estive che quest’anno saranno ricordate come quelle più calde in assoluto, a causa dei cambiamenti climatici provocati dall’inquinamento umano, che hanno stravolto la meteorologia con eventi particolarmente estremi a latitudini inusuali

 

Abbiamo scelto questa foto di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, dal 27 a.C. al 14 d. C., per celebrare il Ferragosto 2023.

Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina Feriae Augusti, ovvero riposo di Augusto. Si trattava di una festività istituita da Augusto nel 18 a.C. per “allungare” il periodo di riposo dopo la lunga attività agricola. Originariamente cadeva il 1° agosto, ma poi la Chiesa Cattolica spostò la festività il 15 agosto, per coincidere con la festività dell’Assunzione di Maria.

Nell’inquadratura utilizzata dal fotografo per immortalare la statua, l’imperatore, con il suo sguardo severo e determinato, sembra indicare un grande albero, come se fosse un monito, un rimprovero da parte di Augusto ai suoi sudditi, per aver dimenticato la retta via, la Pax Romana, quel lungo periodo di tempo della storia italiana, e del mondo antico, in cui la res publica funzionava alla perfezione, dove l’equilibrio tra uomo, ambiente e società era una certezza.

Oggi più di duemila anni ci separano da Augusto. Il suo governo, le sue leggi, la sua politica, le sue idee, il suo popolo, oggi non ci sono più. La società si è evoluta, o devoluta, diventando più complessa, più esigente e forse più egoista e sciatta. Tutti sono alla ricerca del Comando e del Potere Assoluto, per soddisfare le proprie, a volte legittime ma spesso becere, necessità. Inoltre, si sceglie sempre più spesso l’apparenza che l’essenza. Meglio una pericolosa nuova scorciatoia che una sicura vecchia via. Ma la fame di Potere e la distruzione mirata e constante di ogni certezza morale e dei valori fondamentali, considerate oggi inutili zavorre, per la nostra vita terrena, ci ha spinto oltre, chiedendo sempre di più, sfruttando e abusando delle risorse che ci circondano, fino quasi ormai all’esaurimento. Rompere gli equilibri sociali e naturali per la nostra ingordigia ha inevitabilmente stressato il sistema, perfettamente e naturalmente equilibrato, portando così inquinamento, consumo eccessivo delle risorse, fino ai cambiamenti climatici, che si sono manifestati quest’anno con fenomeni atmosferici estremi e distruttivi.

Intanto l’imperatore Augusto continua ad indicare l’albero. Forse ci sta dicendo di ricordarci che dobbiamo puntare alla Natura per poterci salvare da noi stessi. I suoi sudditi sapevano “sfruttare” l’ambiente in modo sostenibile, come si direbbe oggi, praticavano già un’economia circolare ante litteram, che dava ottimi risultati, e la tecnologia e il progresso seguivano percorsi rigorosamente green.

Termini come sostenibilità, economia circolare e green erano concetti ben noti anche ad Augusto e ai suoi predecessori. A distanza di secoli li stiamo riscoprendo dopo un lungo periodo di oblio; il problema è ora riuscire a rimettere in pratica, immediatamente, una visione “antica”, quindi saggia, di gestione della società e dell’ambiente.

Forse non sarà necessario avere un altro imperatore, ma sicuramente abbiamo, e avremo, bisogno di una nuova Pax Romana, che ci permetta di riappropriarci della nostra quotidianità ma soprattutto delle nostre “antiche” certezze, per vivere una vita in pace con gli altri e in equilibrio con l’ambiente.

Dictum sapienti sat est…

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