Bruno Dias da Santiago de Compostela in cammino verso Gerusalemme con l’asinella Salam

Dopo due anni di cammino e 3900 km, il giovane viandante portoghese Bruno Dias arriva sul Gargano, dove incrocia la via Francigena insieme alla fedele asinella Salam.

Il suo non è solo un viaggio di pace. «È un percorso di fede nella vita e nell’umanità», puntualizza. Così, due anni fa, si è caricato questo messaggio di speranza sulla sua schiena e – salutati gli affetti e la famiglia – si è messo in cammino da Santiago de Compostela verso Gerusalemme, un percorso con il quale, ogni anno, si misurano migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo.

Lui è Bruno Dias, giovane viandante portoghese di 36 anni, che il 15 marzo del 2017, ha intrapreso questa “avventura” partendo da Lisbona. A marciare per la pace erano partiti in 13. Strada facendo, dieci pellegrini hanno mollato, mentre gli altri due – un ragazzo di Torino e una ragazza cilena, anche loro poco più che trentenni – sono in cammino lungo il Gargano, tra Torre Mileto e San Nicandro Garganico, ad una distanza di una manciata di km l’uno dall’altro.

Il suo non è un viaggio in solitaria: insieme a lui, a condividere strade, volti, cieli tersi o nuvolosi, vi è la fedele asinella Salam, che in arabo vuol dire ‘pace’. «L’ho avuta da una famiglia zingara e da allora è diventata mia amica. E’ sempre con me» racconta. I bagagli, però, li porta in spalla Bruno, che ci scherza su: «Io sono l’asino e lei è la vera pellegrina».

Dopo aver percorso 3900 km (è appena a metà strada), il viaggio di Bruno giunge sul Gargano dove la sua strada incrocia la via Francigena. Il 36enne, ex magazziniere e mulettista e padre di una ragazzina di 14 anni, è arrivato ieri a San Marco in Lamis dove è stato accolto con la bandiera arcobaleno. Nella cittadina garganica, Bruno ha incontrato i ragazzi delle scuole, ai quali ha raccontato le motivazioni che lo hanno spinto ad intraprendere questa marcia di pace: «La diversità è importante», spiega. «Siamo tutti diversi e questo non deve essere una motivo di divisione, ma una ragione per stare più uniti. La diversità completa altra diversità. Attraverso il mio cammino voglio essere testimone di questo messaggio».

Ora è in viaggio verso San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, dove visiterà il Santuario di San Michele Arcangelo, tappa di tanti pellegrinaggi verso la Terrasanta. Nessuna tabella di marcia a scandire il suo andare, nessun programma. Gli unici punti fermi del suo viaggio sono la città di partenza e la destinazione. Nemmeno il percorso è certo: in Puglia proseguirà verso Brindisi, dove si imbarcherà per raggiungere Durazzo; dall’Albania proseguirà lungo i cammini della fede sino a raggiungere Gerusalemme in un percorso da tracciare giorno dopo giorno. Nel suo peregrinare si è affidato alla generosità di chi ha incontrato per dormire e mangiare ricambiando con un saluto e un augurio di «buona vita». E a chi gli chiede quando arriverà a Gerusalemme risponde: «Al momento giusto. Ho tutto il tempo del mondo».

 

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