Blue Economy

Chissà se a Capannori, città toscana leader nell’arte del recupero e riuso, i bambini della scuola elementare “Ilio Micheloni” hanno letto quel capitolo di Blue Economy, dove l’autore, l’economista Gunter Pauli (nella foto), spiegava che coltivare i funghi dai fondi di caffè è una pratica da incrementare, dato che questi ultimi costituiscono ben il 99,8% del volume di partenza del prodotto (ciò che noi consumiamo è pari solo allo 0,2%). Una cosa è certa: quei bambini, guidati dal coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, Rossano Ercolini, che tra l’altro è il primo italiano ad aver ricevuto nel 2013 il Goldman Environmental Prize hanno portato a termine un progetto il cui esito finale è stato un bel po’ di Pleurotus ostreatus, la terza specie di funghi commercializzata in Italia. E questo episodio è la riprova che una economia che vada oltre lo spreco e il rifiuto è possibile. Insomma un’economia basata sullo scarto può essere la risorsa di un futuro non molto lontano. Proprio l’idea alla base di quel Blue Economy citato poche righe sopra.

Di questo libro abbiamo già parlato in occasione della sua prima edizione nel 2010, quando il Club di Roma selezionò lo selezionò per farne il suo Rapporto ufficiale. Ora, a distanza di quattro anni dalla sua uscita, Pauli presenta l’aggiornamento di Blue Economy, giustamente considerato uno dei testi fondamentali dell’ambientalismo scientifico. Ricordiamo i concetti base di questo libro: alla red economy, fallimentare modello economico che prende senza restituire, e alla green economy, che richiederebbe, da parte di consumatori e imprese, maggiori spese e investimenti a fronte di un livello di produzione uguale se non più basso, Pauli oppone la blue economy, che prende esempio dalla natura stessa, dove non esiste il concetto di “rifiuto” perchè tutto viene reimpiegato, in un meccanismo di completa condivisione delle risorse.

Gunter Pauli, imprenditore ed economista, è il fondatore di Zeri (Zero Emission Research Initiative), rete internazionale di scienziati, studiosi ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative alle principali sfide cui le economie e la società sono poste di fronte, progettando nuovi modi di produzione e di consumo. E guardandosi intorno Pauli ha individuato tra le 100 esperienze innovative raccolte nel libro alcune che sono andate avanti o addirittura di nuove: come quella che ruota intorno ai tanti impieghi del bambù, materia prima di grande versatilità e ideale per produrre una varietà di prodotti che si estende dai fazzoletti ai componenti per l’edilizia; inoltre, le grandi piantagioni di bambù riescono a modificare il ciclo locale delle piogge e assicurare una stabile disponibilità di acqua. Pauli punta anche l’attenzione sulla conversione dell’impianto petrolchimico di Porto Torres, che usa il cardo come materia prima per produrre le bioplastiche, su pannelli fotovoltaici iperefficienti e capaci di produrre anche acqua calda e sulle caratteristiche eccezionali di un tessuto ottenuto mischiando fibre a fondi di caffè (potrebbe essere l’idea per i nostri scolari”ecocoltivatori” di Capannori: per il prossimo progetto dai fondi di caffè potrebbero ricavare il nuovo tessuto descritto da Pauli).

Il sottotitolo di Blue Economy è molto significativo: 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro. Bene: dall’uscita del libro, (che per la cronaca è stato tradotto in oltre 30 lingue) quelle 100 innovazioni hanno già prodotto 3 milioni di posti di lavoro: un bel risultato se si pensa che altri ancora ne stanno per ottenersi anche grazie alle nuove linee dell’UE a proposito di bioeconomia e nell’irruzione del concetto di economia circolare nei dibattiti e nelle analisi anche ai più alti livelli del mondo del business. Se questi sono risultati non dobbiamo far altro che aspettare quanto prima una nuova edizione di Blue Economy: almeno ci sarà un bel po’ di posti di lavoro in più. E di questi tempi non è poco.

Gunter Pauli, Blue Economy – 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro- nuova edizione, Edizioni Ambiente, 2014, pagg. 352, € 25,00

 

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