Biomasse, truffa ai danni dello Stato. Sequestrati beni per 13 milioni di euro

La Guardia di Finanza ha accertato che un’azienda nell’alessandrino aveva ottenuto finanziamenti statali per aprire cinque impianti a Modugno e Rivalta di trasformazione di biomasse

 

Il settore delle biomasse ha acquisito oggi un ruolo primario sia in ambito economico e sia in ambito ambientale, perché rappresenta un valido elemento di accelerazione verso la transizione energetica e per spingere l’Italia lontana dal gas russo o da quello di altri Paesi, producendo così in casa l’energia necessaria agli italiani.

Per questa ragione i controlli sono diventati più serrati e stringenti da parte della Guardia di Finanza e delle altre forze dell’ordine, in base ognuno alle proprie responsabilità e competenze.

In questo contesto, le Fiamme Gialle di Alessandria hanno eseguito alcuni accertamenti nei confronti di un’azienda che ha di fatto truffato lo Stato.

foto archivio

Si tratta di una società appartenente ad un gruppo industriale tortonese che opera nel campo della chimica. Gli indagati per truffa ai danni dello Stato sono 4 e sono i consiglieri e gli amministratori della società, a carico dei quali è stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per un valore complessivo di oltre 13 milioni di euro.

Sequestrate svariate proprietà immobiliari, veicoli, quote societarie, disponibilità finanziarie in titoli, assicurazioni e conti correnti, per un controvalore di circa 11 milioni di Euro.

Le indagini sono scaturite dal fallimento, sentenziato dal Tribunale di Alessandria, nei confronti di tutte le società appartenenti al gruppo industriale, per il quale la Procura di Alessandria aveva aperto distinti fascicoli penali per reati di natura fallimentare.

Una società del gruppo avrebbe richiesto e ottenuto dalla Banca Europea degli Investimenti un finanziamento di 65 milioni di euro per la realizzazione di cinque impianti pilota per la trasformazione in energia delle biomasse di seconda generazione, nei Comuni di Modugno (BA) e Rivalta Scrivia (AL).

Il finanziamento è stato poi erogato dalla BEI nel 2014 attraverso il rilascio di garanzie onerose da parte di SACE S.p.A. (società controllata dal M.E.F.) e di tre primarie banche italiane; ma questa operazione era stata concessa senza avere sufficienti risorse finanziarie per costruire l’intero progetto da 133 milioni di Euro in quattro anni.

Nel frattempo, la società aveva proceduto al rimborso di due sole rate, nel 2016 e nel 2017, ma il mancato pagamento delle successive rate ha spinto la banca a rivalersi sulle tre banche e sulla SACE S.p.A., per ottenere il totale rimborso.

Attesa la natura pubblica di quest’ultima società per azioni, l’esborso finanziario, pari a oltre 20 milioni di euro, è stato segnalato alla Corte dei Conti di Torino, per le valutazioni inerenti i profili di danno alle casse dello Stato.

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