Biologico, Italia leader in Europa ma legge ferma al Senato

Legambiente: “i parlamentari si mobilitino per sbloccare la legge e lavorare al quadro normativo”

In Italia cresce il biologico. È un dato di fatto. E con i numeri in continua crescita, l’Italia assume un ruolo di primo piano tra tutti i Paesi dell’UE. Anche SANA, il salone internazionale del biologico che si è tenuto nei giorni scorsi a Bologna, ha confermato il trend, indubbiamente al di sopra delle attese. Alla luce di ciò, Legambiente ricorda con forza ai decisori politici la necessità di approvare subito la legge sul biologico, ancora drammaticamente bloccata al Senato. Nell’opinione dell’associazione ambientalista, solo passando attraverso una regolamentazione legislativa del comparto si avrà la possibilità di puntare concretamente su un settore strategico per l’economia dell’intera Europa.

Stando al rapporto ISMEA e ai dati SINAB (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica), l’Italia è leader in Europa con 80 mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile nazionale. La Penisola si posiziona molto al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). Negli ultimi dieci anni, i terreni coltivati con questo metodo sono aumentati di oltre il 75% e i consumi sono più che triplicati. Anche sul piano produttivo è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole, segnando un incremento significativo dell’11% del consumo di prodotti bio durante il recente lockdown che ha contribuito in maniera sostanziale ad una crescita sia in termini di valore (+13,6%) che di volume (+13,1%). Rispetto al 2019, i dati ISMEA – NIELSEN evidenziano un dato positivo sia per i prodotti a largo consumo trasformati (in particolare nelle prime settimane dell’emergenza Covid), che per i prodotti freschi sfusi come frutta, ortaggi, ma anche latte e derivati biologici, con una crescita pari al 7,2%. Secondo i dati aggiornati al primo semestre 2020, sono stati infatti superati i 3,3 miliardi di euro, una cifra record destinata ad aumentare, considerando che non include i consumi del canale Horeca, quelli delle mense scolastiche e quelli relativi all’export. In piena pandemia si è verificato un calo delle vendite dei prodotti dell’agroalimentare, ma il biologico ha continuato a crescere. Ciò dimostra ancora una volta l’inclinazione dei consumatori ad acquistare sempre più sostenibile, salubre e sicuro.  Per quanto concerne i consumi domestici, nel 2020 il 90% degli italiani ha acquistato più di tre volte un prodotto dell’agroalimentare biologico (+1,4% rispetto al 2019). Valore che sale al 97% se si considerano le famiglie che lo hanno fatto almeno una volta. A crescere sono anche le superfici e gli operatori. Da ciò si deduce che il settore biologico è un asse fondamentale attraverso il quale favorire l’innalzamento dell’asticella dell’agricoltura integrata, l’innovazione tecnologica dell’intero comparto, le filiere agricole made in Italy e l’agroecologia.

Ora tocca ai parlamentari italiani sbloccare subito in Senato l’iter burocratico della legge sul bio, perché altrimenti si potrebbero perdere opportunità importanti, fondi e risorse umane necessarie e vitali, soprattutto in questo momento difficile per l’intera società.

Non bisogna perdere l’obiettivo primario e questo la politica deve nuovamente impararlo. Bisogna fare presto.

 

Fonti dati:

ISMEA – elaborazioni su dati SINAB

Nomisma – elaborazioni su dati NIELSEN

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