“Bioeconomy Day”: sostenibilità e biondustria al centro delle tre tavole rotonde

Un momento dal convegno

Il convegno al Politecnico di Bari nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile

 

“È necessario essere attenti a come la Puglia può continuare ad essere al primo posto tra le regioni d’Italia per innovazione, soprattutto nella settore della bioeconomia. È necessario il supporto normativo, l’intercettazione di fondi: spero che la Puglia prenda in considerazione la proposta di legge sulla bioeconomia, per appunto supportare start up e imprese e creare lavoro. Facciamo in modo che i giovani restino qui al Sud”. A dichiararlo è la vicepresidente della commissione ambiente della Camera, Patty L’Abbate (M5s), a margine del convegno “Bioeconomy Day” di oggi, 24 maggio, nel dipartimento di Architettura del Politecnico di Bari. La lunga giornata di oggi ha visto articolarsi diversi momenti di confronto e tavole rotonde, ed è stata organizzata nell’ambito del festival dello Sviluppo sostenibile, in programma in molte città dall’8 al 24 maggio. La proposta di legge a cui Labbate si riferisce, ‘Disposizioni in materia di Bioeconomia’, è stata presentata al consiglio regionale pugliese dal gruppo del Pd nel 2021. È nata con l’obiettivo di sviluppare una strategia di sviluppo territoriale in materia di bioeconomia declinata in quattro settori: rifiuti e cambiamenti climatici, cibo, impresa e sviluppo sostenibile. Ad oggi, tuttavia, il suo iter non è stato ancora completato per “varie vicissitudini tra cui le emergenze sanitarie” di questi anni, come spiegato da una dei firmatari, Lucia Parchitelli.

“Gli studenti di oggi saranno i prossimi dream manager ” ha dichiarato L’Abbate rivolgendosi ai ragazzi presenti al convegno. “Voi siete già sensibili al tema della sostenibilità, e per questo siete una risorsa importante. Ma avete bisogno di un supporto non solo economico, anche legislativo per portare avanti la transizione di cui tanto parliamo”.

Le tavole rotonde

Un momento dell’intervento di Patty L’Abbate

Il Festival dello sviluppo sostenibile, giunto alla sua settima edizione, è nato per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), il Festival è stato anche riconosciuto dalle Nazioni unite arrivando per due volte finalista agli SDG Action Awards, gli “Oscar della sostenibilità” europei. Il Bioeconomy Day, nello specifico, è un’occasione per raccontare e approfondire di fronte a target diversi la nuova economia, quella “rigenerativa”, che appunto impiega risorse biologiche rinnovabili. Ed è soprattutto di economia circolare che si è parlato nelle tre tavole rotonde del convegno su energia, clima, sostenibilità e imprese. Nello specifico si è parlato del ruolo che svolgono le partnership tra pubblico e privato nel cammino verso la sostenibilità, nel confronto coordinato da Confindustria Puglia; di efficientamento, riqualificazione e territori con Barbara Valenzano (Ufficio Pnnr Regione Puglia – Sviluppo Progetto Idrogeno) e Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Infine il tema della biondustria ha dominato la terza tavola rotonda, con gli interventi, tra gli altri, di ENI.

È intervenuto anche Domenico Laforgia, presidente Acquedotto Puglia. “L’Acquedotto pugliese – ha evidenziato Laforgia – ha degli interessi specifici per la bioeconomia, basti pensare ai fanghi di depurazione e a tutti i sottoprodotti che, se fossero valorizzati attraverso le applicazioni della bioeconomia, sarebbe un guadagno per tutti”. Interrogato poi sul futuro delle risorse idriche per la stagione estiva imminente, Laforgia ha scongiurato il pericolo siccità: “Gli impianti sono pieni, soprattutto dopo gli eventi atmosferici di maggio”.

Al convegno si è collegata anche l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio: “Lo sviluppo sostenibile deve diventare un fatto culturale. Esso può attuarsi attraverso l’innovazione, con gli studi,  la ricerca, le università a cui va tutta la nostra attenzione, perché dobbiamo saper coniugare i saperi antichi all’innovazione, lo sviluppo economico con la tutela dell’ambiente”.

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