
La start-up indonesiana lancia una serie di prodotti alimentari con involucri a base di alghe, commestibili e biodegradabili.Insomma, possiamo mangiare la bioplastica
Immaginate la scena: vi sedete ad un qualsiasi tavolo da fast food, sfilate il vostro hamburger dalla confezione di carta, lo mangiate, e bevete la vostra bevanda inclusa nel menù nel comune bicchiere di plastica.
Bene. Adesso mangiate anche il bicchiere e quello stesso involucro di carta.
No, non siamo impazziti, e non si tratta nemmeno di un refuso.
Semplicemente, quel panino e quella bevanda sono stati confezionati da Evoware.
Bioplastica in confezioni commestibili.
Sulle orme delle bottiglie biodegradabili dell’islandese Jònsson la start-up indonesiana Evoware ha realizzato una sorta di bioplastica commestibile a base di alghe.
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Essendo un materiale biodegradabile, può essere adoperato in molteplici settori; tuttavia è nel settore alimentare che Evoware conta di fare un vero e proprio salto di qualità.
Gli involucri sono privi di odore e di sapore, quindi non ci sarebbe nulla di strano se venissero mangiati contestualmente al panino, ossia non ne altererebbero il gusto.
Una peculiare caratteristica della bioplastica di Evoware è la malleabilità alla sua lavorazione e la possibilità di essere stampata con loghi e scritte – ovviamente di matrice naturale – per essere personalizzata.
E’ importante menzionare, inoltre, la sua capacità di sciogliersi in acqua calda (a impatto zero sull’ambiente);Evoware in forma di bioplastica o biocarta può essere utilizzato da fertilizzante naturale per le piante, non ha conservanti, è ricco di fibre e vitamine, conforme agli standard HACCP come garanzia alimentare.
Evoware. Il risvolto ambientale, economico e sociale.

La mission, al link Evoware.id , ha un duplice risvolto.
Quello – più evidente – di matrice ambientale, in quanto la messa in commercio dei prodotti biodegradabili a base di alghe ridurrebbe sensibilmente il consumo di plastica e il suo rigetto nei mari; a cui vanno aggiunte, chiaramente, le minori emissioni di CO2 per la produzione di prodotti di carta, piuttosto che di plastica.
Quello, occulto invece, di impronta economico-sociale: i prodotti ecologici hanno un impatto anche sul sostentamento degli allevatori di alghe, che in Indonesia sono tanti, soprattutto nelle regioni più povere. La garanzia sarebbe una maggiore richiesta di manodopera nella raccolta delle alghe ed un conseguente aumento del reddito medio.
Non è un caso che la start-up nasca proprio in Indonesia: secondo produttore mondiale di rifiuti di plastica, la stragrande maggioranza di questi finisce nell’oceano e – si stima – un quarto del pesce che viene pescato e venduto sul mercato è contaminato da plastica.
Probabilmente, in uno scenario nefasto come questo, mangiare gli involucri di biocarta o bioplastica diventerebbe un’idea molto meno bizzarra di quanto si possa immaginare.
Il progetto che sta portando avanti Evoware è utile, etico e rivoluzionario al tempo stesso.
L’importanza del rispetto ambientale a diverse latitudini denota l’imponenza del problema, ma anche l’impegno e la presa di coscienza su scala globale.