
L’opera è stata realizzata dall’artista Alberto Cramarossa insieme alle scuole del quartiere. Si trova nei pressi del Fortino Sant’Antonio, luogo tradizionalmente dedicato all’amore
È stata inaugurata questa mattina, in via Venezia, nei pressi del fortino Sant’Antonio, alla presenza del presidente del Municipio I Lorenzo Leonetti e del consigliere delegato del sindaco per i diritti civili Nicola Biancofiore, la “Panchina dell’amore” realizzata dall’artista Alberto Cramarossa con la partecipazione delle scuole del quartiere per dire no all’omotransfobia.
Sulla panchina, dipinta dei colori dell’arcobaleno, è fissata una targa su cui è incisa la frase “Il cuore è libero, abbi il coraggio di seguirlo”.

“L’omofobia, la bifobia e la transfobia violano la dignità umana, ledono il principio di eguaglianza e cancellano la libertà e gli affetti delle persone – ha commentato Lorenzo Leonetti -. Contrastare la discriminazione e la violenza fondate su sesso biologico o anagrafico, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità dovrebbe essere la normalità. Ma ad oggi, purtroppo, ancora non è così, ed è vergognoso. Per questo da oggi sedersi su questa panchina, a due passi da una delle location dove si celebra l’amore, il fortino Sant’Antonio, avrà un significato ancora più importante”.
“L’atto che compiamo oggi – ha sottolineato Nicola Biancofiore – ha un grande valore simbolico: questa panchina, infatti, è un segno tangibile e visibile di inclusione. Il fatto che all’inaugurazione siano presenti istituzioni, studenti e studentesse delle scuole e singoli cittadini ci fa ben sperare rispetto a un futuro senza discriminazioni, pregiudizi e violenze. Il cammino è lungo ma questi piccoli passi sono importanti”.
“Sono passati ormai diciannove anni da quando, il 17 maggio 2004, ha avuto luogo la prima Giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e la transfobia – ha ricordato Alberto Cramarossa -. Oggi, 26 maggio 2023, vorrei che questa panchina fosse promotrice dell’amore in tutte le sue forme, senza pregiudizi e senza il bisogno costante di sentirsi giudicati, a volte colpevoli soltanto di amare qualcuno, chiunque esso sia, senza alcun tipo di distinzione di genere o di colore”.