
La Consulta Ambiente interviene sulla decisione di realizzare gli uffici giudiziari di Bari nelle ex casermette.
In attesa del 28 maggio, continua a far discutere la nuova sede degli uffici giudiziari di Bari. È in quella data, infatti, che è stata fissata la riunione a Roma per la firma del protocollo d’intesa con il ministero della Giustizia che stabilirà tempi e modi della definitiva realizzazione nelle ex casermette di Bari degli uffici giudiziari.
L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi direttamente dal ministero della Giustizia, diretta al sindaco Antonio Decaro, per “procedere alla sottoscrizione di un rinnovato protocollo rispetto a quello” sottoscritto il 25 gennaio 2018 con l’allora ministro Andrea Orlando “al fine – dice il ministero – di programmare la definitiva sistemazione degli uffici giudiziari di Bari presso l’area di proprietà demaniale delle ex Caserme Milano e Capozzi”.
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Nella nota del Ministero, annunciando l’invio di una bozza di protocollo, si evidenzia che alle “esigenze dell’edilizia degli uffici giudiziari baresi” il ministro Bonafede “ha prestato costante attenzione sin dall’inizio del suo dicastero”. Bonafede arrivò infatti a Bari per la sua prima visita ufficiale da ministro il 7 giugno 2018, mentre le udienze si celebravano in una tendopoli allestita nel cortile dell’ex Palagiustizia di via Nazariantz (poi definitivamente sgomberato a dicembre) a causa della dichiarata inagibilità per rischio crollo dell’edificio. Attualmente la giustizia penale a Bari è suddivisa in otto diverse sedi a Bari e in Provincia, in attesa della sede unica nelle ex Casermette, che accoglierà anche gli uffici civili.
Bari: l’Arcipelago della Giustizia e il pensiero della Consulta
Ma sulla decisione, arriva la presa di posizione delle associazioni riunite nella Consulta Ambiente del Comune di Bari (50 attive all’ultimo censimento di marzo 2019). “Abbiamo più volte, nel corso degli anni – spiegano dalla Consulta – dichiarato che lo studio progettuale ‘Arcipelago della Giustizia’ elaborato dall’Associazione Sviluppo Sostenibile e donato all’amministrazione comunale a titolo gratuito, è l’unico che parte dall’esigenza di allocare gli uffici destinati all’amministrazione giudiziaria per affrontare la riqualificazione del quartiere Libertà attraverso gli ambiti di natura urbanistica, naturalistica, architettonica, geologica e delle reti tecnologiche.

Il progetto ‘Arcipelago della giustizia’ – proseguono dalla Consulta – immagina uno sviluppo urbanistico della città basato sui principi della riqualificazione e del riuso, e concretizza l’idea di una riqualificazione dei quartieri periferici con un contestuale riuso degli immobili esistenti, concetto fatto proprio e ribadito in tutti i numerosi documenti prodotti in merito alle vicende urbanistiche della città, non ultimo la revisione del PUG.
Bari: il progetto e la cittadinanza attiva
“Infine – conclude la nota a firma di Elda Perlino, presidente della Consulta – il progetto Arcipelago della giustizia si inserisce perfettamente nell’ottica del programma politico del centro-sinistra che sostiene uno sviluppo urbanistico della città basato sul riuso degli edifici pubblici abbandonati e la riqualificazione dei quartieri.
La Consulta ancora una volta ribadisce la necessità di contribuire al dibattito pubblico sulle scelte per il futuro sviluppo urbanistico della città e del territorio e consentire la partecipazione della cittadinanza attiva alla costruzione di un progetto strategico volto a uno sviluppo sostenibile della città, concretizzando l’idea di una riqualificazione dei quartieri periferici con un contestuale riuso degli immobili esistenti.
Pertanto rimaniamo in attesa di valutare nel merito la proposta della sede degli uffici per l’edilizia giudiziaria nelle caserme Capozzi e Milano solo dopo avere acquisito i dettagli progettuali per produrre un parere che come sempre tenga conto delle aspettative della cittadinanza barese“.