
Incredibile e indecente. L’alveo di Lama Picone, nel quartiere Poggiofranco di Bari, è ricoperto da un’enorme discarica a cielo aperto. 1 km di rifiuti di ogni tipo tra gli ulivi
A denunciare la “montagna di rifiuti di qualunque genere” è Donato Cippone, portavoce del coordinamento regionale “Onda Verde Puglia Facciamo Rete” dopo l’ennesimo sopralluogo con le Guardie Ambientali, insieme all’associazione Fare Verde Bari rappresentata da Rodolfo Frassanito.
Il video girato lascia senza parole. In via G. Petroni, superata la chiesa Don Guanella, passati sotto la Statale 16 e oltrepassato il primo semaforo, si svolta a destra e si percorrere la strada fino in fondo giungendo sul ciglio di Lama Picone. Scendendo una breve scarpata, dopo circa 300 metri nell’alveo della lama, si trova un uliveto ricoperto dai rifiuti.
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Un odore nauseabondo rivela un ambiente completamente ricoperto di spazzatura: mobili, materassi, oggetti di ogni tipo, rifiuti speciali e pericolosi, generi alimentari, giocattoli, frigoriferi, plastica, legno, televisori, passeggini, abbigliamento dismesso, onduline, pattumiera domestica, inerti.
“Il problema maggiore, oltre alla bonifica urgente e al pericolo di incendi che possono disperdere qualsiasi tipo di inquinante, vista la copresenza di materiale di ogni genere – dice Cippone – è che bisogna interrompere questa pratica incivile con la massima urgenza. Ci sono sentieri che consentono di raggiungere questa discarica a cielo aperto e di continuare ad alimentarla”.
Alle autorità le segnalazioni sono già state fatte ma dalla quantità di rifiuti è evidente che il conferimento di ogni tipo di rifiuti speciali, pericolosi, ingombranti e Raee, va avanti da parecchio tempo: “Occorre intervenire il prima possibile. Abbiamo attenzionato le istituzioni e le autorità competenti. Ma i cittadini del quartiere che si sono rivolti ad Onda Verde Puglia Facciamo Rete nei giorni scorsi per denunciare questo scempio ambientale – dice Cippone – si sono detti stanchi di aver fatto decine di segnalazioni che non hanno mai avuto seguito”.
Come segnalata anche Rodolfo Frassanito di Fare Verde Bari, tutto da verificare è il livello di inquinamento ambientale anche indotto da eventuali percolati. Oltre alla montagna di rifiuti da smaltire, potrebbe essere stato causato anche un danno ambientale al momento invisibile ma altrettanto grave al sottosuolo.
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