Barbanente, neopresidente SIU: “No a ricette facili, urbanistica e ambiente a braccetto grazie a formazione e lavoro interdisciplinare”

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La prof.ssa Angela Barbanente, presidente della Società Italiana degli urbanisti

Nostra intervista alla presidente della Società italiana degli urbanisti, che promette: “Mi impegnerò affinché la cultura e le istanze dell’urbanistica e la domanda di governo del territorio penetrino e si diffondano nella società italiana”

 

Superare resistenze al cambiamento e comportamenti tesi a difendere interessi consolidati contrastanti con il bene comune. Per raggiungere questo obiettivo la neoeletta presidente della Società italiana degli urbanisti (SIU), Angela Barbanente, docente ordinaria in Tecnica e Pianificazione Urbanistica al Politecnico di Bari, parte, innanzitutto, da una constatazione: “La crisi ambientale e sociale che stiamo vivendo con crescente drammaticità richiede conoscenze tecnico-scientifiche non sempre presenti nei profili formativi dei professionisti e nei curricula dei corsi di studio universitari, nonché grande propensione all’innovazione e capacità di lavoro interdisciplinare. Urge quindi orientare sia l’università sia il mondo delle professioni verso l’adozione di qualificati programmi formativi nel campo della progettazione e pianificazione urbanistica, territoriale e ambientale”.

“Un ruolo non scontato per una donna”

Già presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (1990-1998) Angela Barbanente è stata eletta presidente SIU dall’Assemblea riunita a Brescia il 23 giugno scorso. “Sono davvero onorata di essere stata eletta e grata alle colleghe e ai colleghi che unanimemente mi hanno assegnato un ruolo così delicato e impegnativo. So bene che per una donna che lavora in un’università del Mezzogiorno d’Italia questo non è scontato. Nella mia qualità di presidente della SIU rappresenterò le urbaniste e gli urbanisti italiani nelle sedi deputate ad assumere decisioni che riguardano la ricerca e l’insegnamento della disciplina, l’esercizio della professione della pianificazione urbanistica, territoriale e ambientale, e dovrò impegnarmi affinché la cultura e le istanze dell’urbanistica e la domanda di governo del territorio penetrino e si diffondano nella società italiana”.

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“Serve una pianificazione urbanistica e territoriale non generica”

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Barbanente: “Dei piani paesaggistici di nuova generazione si coglie solo la dimensione vincolistica, ignorando quella progettuale”

La neopresidente Barbanente è da sempre convinta della strettissima connessione  tra Ambiente e urbanistica, e che va adottata con convinzione una strategia tale che l’una non danneggi l’altro. “La tutela e la riqualificazione dell’ambiente devono essere obiettivi prioritari della pianificazione urbanistica e territoriale – spiega -. Purtroppo nella pratica questo non accade. Ad esempio, la Valutazione Ambientale Strategica, introdotta per assicurare la riduzione degli impatti sull’ambiente, è largamente considerata un mero adempimento burocratico; dei piani paesaggistici di nuova generazione si coglie solo la dimensione vincolistica, ignorando quella progettuale. Ad una crisi ambientale dovuta a un modello di crescita economica basato sull’uso dissennato delle risorse naturali non si possono dare risposte generiche, ricette facili, consistenti in un po’ di aumento di verde e piste ciclabili. Si richiede, invece, una pianificazione urbanistica e territoriale orientata al risparmio delle risorse – suolo, acqua, energia – alla tutela della biodiversità, alla chiusura dei cicli delle risorse, alla riqualificazione urbana, alla ripermeabilizzazione del suolo, e potrei continuare”.

“Risvegliare e guidare nei giovani una nuova consapevolezza”

“Penso che le giovani generazioni siano più impegnate sui temi ambientali di quelle che le hanno precedute. Ma hanno scarsa consapevolezza di quanto le pratiche urbanistiche incidano sul surriscaldamento del pianeta, l’esaurimento di risorse non rinnovabili, l’invivibilità delle nostre città – precisa la presidente Barbanente -. In particolare, gli enti locali, la scuola e ovviamente gli stessi urbanisti dovrebbero impegnarsi per favorire la partecipazione attiva delle giovani e giovanissime generazioni nella formazione dei piani, operando affinché questi non siano concepiti come atti squisitamente tecnici ma siano intesi come eventi culturali condivisi”.

 

 

 

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