
Da Friend of the Sea un programma di monitoraggio del Mediterraneo per evitare collisioni con le balene. L’iniziativa lanciata in occasione della Giornata mondiale degli oceani
Ogni anno 220mila imbarcazioni di oltre 20 tonnellate percorrono il Mediterraneo. Tra queste, compagnie di navigazione, navi da crociera, traghetti e navi mercantili, che si dirigono verso 300 porti di questo grande bacino. E molte di queste imbarcazioni hanno a che fare con le balene, con cui spesso si scontrano.
Balene colpite da navi, trend in aumento

Le collisioni con navi rappresentano infatti la causa principale di mortalità dei cetacei, soprattutto delle balenottere. Sulla base dell’analisi di 287 carcasse spiaggiate nel Mediterraneo negli ultimi trent’anni, risultano 46 (il 16%) le balenottere morte a causa di collisioni con le navi. Il trend è quasi raddoppiato, con l’intensificazione del traffico marittimo. Proprio le balenottere, in particolare quella azzurra, sono in serio pericolo, al pari di capodogli e megattere.
Nel Mediterraneo le principali cause delle collisioni fatali sono le navi militari, quelle da crociera, le petroliere ed i traghetti, in particolare quelli veloci. Certamente i numeri sulla mortalità da collisioni con mammiferi marini (ma non solo) sono sottostimati. Spesso le navi non si accorgono degli urti, che perciò non vengono segnalati. Spesso le balene vengono colpite ed uccise in acque lontane dalla costa e affondano senza spiaggiarsi. Inoltre l’avanzata decomposizione delle carcasse spesso non permettere di giungere a conclusioni categoriche relativamente alla causa del decesso.
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Friend of the Sea, un programma di monitoraggio
Il maggior numero di collisioni si verifica nei mesi estivi, a causa dell’aumento del traffico marittimo. Ecco perché in occasione del World Ocean Day e con l’avvicinarsi dell’estate, parte il programma di Sustainable Shipping (navigazione sotenibile) con l’obiettivo di conservare l’habitat marino. A lanciare l’iniziativa è Friend of the Sea, un’organizzazione non governativa per la protezione degli oceani e delle specie acquatiche, e lo fa con un appello agli operatori delle linee di traghetti e crociere per ridurre il rischio di collisioni di balene.
«Le soluzioni per la riduzione delle collisioni sono facilmente alla portata delle grandi linee di trasporto marittimo – commenta Paolo Bray, Direttore di Friend of the Sea – ma purtroppo, ancora oggi, sono pochissime le imbarcazioni attrezzate con strumentazioni per monitorare la presenza di balene sulla rotta di navigazione e prevenire le collisioni».
Certificare le navi che proteggono le balene
Così Friend of the Sea rende disponibile per gli operatori un programma di prevenzione delle collisioni. Infatti le navi che aderiranno al programma di Sustainable Shipping, oltre a installare a bordo un programma di osservazione dei cetacei, dovranno condividere in tempo reale tutte le informazioni raccolte, renderle disponibili alle altre navi e agli operatori di Friend of the Sea e, infine, mettere in piedi una procedura per avvistare ed evitare lo scontro con i mammiferi marini Gli operatori in grado di dimostrare l’implementazione di sistemi efficaci nella tutela delle balene nel Mediterraneo, potranno informare i loro clienti relativamente al loro impegno, attraverso il logo di certificazione Friend of the Sea, che è oggi la principale certificazione di prodotti da pesca e acquacoltura sostenibile. L’organizzazione ha recentemente esteso il proprio scopo di certificazione al trasporto marittimo sostenibile, whale & dolphin watching, etc.
Finalmente i turisti potranno scegliere i loro traghetti senza il timore di contribuire ad un impatto insostenibile sulle balene del Mediterraneo.