Assessore, lei è delegato alla Pianificazione Strategica dell’Area Vasta barese dal settembre 2007. A distanza di quattro anni, possiamo tracciare un bilancio e una proiezione dello stato di attuazione della progettazione di Metropoli Terra di Bari?
«Il Piano Strategico Metropoli Terra di Bari è un modello di pianificazione e condivisione di una visione futura di breve, medio e lungo termine del territorio barese, la cui sperimentazione nell’arco di questi primi quattro anni ha cominciato a dare frutti in varia misura tangibili. La pianificazione strategica è prima di tutto un approccio, uno strumento per realizzare scelte condivise di sviluppo del territorio, mediante la realizzazione di interventi pubblici e privati, fondati su sostenibilità ambientale, integrazione pluridisciplinare e coesione sociale. L’adozione della pianificazione strategica da parte dei decision makersè già di per sé un bilancio positivo. Rispetto all’attuazione, se parliamo di risultati, non possiamo però prescindere dal considerare due elementi portanti: l’orientamento delle scelte politiche e la disponibilità di risorse finanziarie».
«I benefici si possono misurare tenendo conto sia degli aspetti materiali che quelli immateriali. Rispetto a questi ultimi per esempio, in termini di aumento della conoscenza e capitalizzazione del sapere. E poi l’esperienza del processo decisionale in sé: l’apprendimento della concertazione. Per la prima volta le amministrazioni di 31 Comuni dialogano tra loro e con la cittadinanza su una stessa piattaforma per costruire un futuro partecipato. Le aree vaste rappresentano senza dubbio un esperimento riuscito di collaborazione istituzionale e democrazia dal basso, risultato da cui sarà difficile tornare indietro. Il Piano Strategico Metropoli Terra di Bari ha poi avuto il vantaggio di beneficiare di una fase propedeutica di ricerca e analisi che ha prodotto una visione d’insieme chiara e coerente, determinante per questo approccio innovativo. Molte modalità operative proposte e sperimentate dal Piano Strategico hanno generato buone prassi nelle pubbliche amministrazioni e più consapevolezza tra la cittadinanza. Basti pensare alla progettazione partecipata, che è diventata una chiave di volta della politica regionale, per conoscere le esigenze del territorio e di chi ci abita.»
Mediante la pianificazione strategica, è stato realizzato un parco progetti per un numero imponente di interventi. Quali sono i programmi in corso di realizzazione, quelli che partiranno a breve e quali quelli previsti a lungo termine?
«Ce ne sono diversi, sia in fase di studio che di attuazione. In vari Comuni sono in corso azioni di risanamento ambientale e di riassetto idrogeologico, interventi di recupero di beni culturali e di riqualificazione di edilizia popolare, di efficientamento energetico e di dotazione di infrastrutture per la sperimentazione di tecnologie dell’informazione. Tra queste ultime, la presentazione di pratiche on line in tutti i Comuni e l’implementazione del Sistema Informativo Territoriale. Poi ci sono gli studi di fattibilità approfonditi con il Politecnico, come quelli per il Porto Turistico San Cataldo, il Centro Congressi Fiera del Levante, la via camionale che collega il Porto con l’ autostrada, i lavori di riqualificazione del lungomare San Girolamo. Per il momento non ci sono risorse finanziarie disponibili per realizzare tutti gli interventi».
«Come dicevo, la realizzazione degli interventi progettati non è indipendente dalle scelte politiche e dalle risorse finanziarie. Nel 2009 la Regione ha deciso di attivare un Programma Stralcio per finanziare alcuni interventi di Area vasta con i soli Fondi FESR 2007-2013. Ma rispetto alle risorse disponibili dello stesso FESR e di altri fondi, l’investimento della Regione è stato minimo. Le aspettative e le ambizioni da parte del Piano Strategico sono invece molto elevate. Gli interventi poi sono concepiti nell’ottica dell’integrazione, sia infrastrutturale che economica, per cui sono necessari fondi adeguati per poter realizzare armoniosamente le diverse progettazioni di rete. Nonostante la scarsità di finanziamenti pubblici, molte iniziative procedono ugualmente con finanziamenti privati e altre forme di partenariato».
Quali sono allora le condizioni essenziali perché si possa perseverare nella realizzazione dei progetti previsti del piano strategico MTB?
«Innanzitutto continuare a sollecitare la Regione affinché impieghi i fondi residui disponibili. Il Sindaco Emiliano, già alcune settimane fa, ha inviato al Presidente Vendola una missiva per riportare le Aree Vaste al cuore della discussione tra enti territoriali e Regione. La speranza è che venga insediato quanto prima il Tavolo Politico, per approfondire ancora meglio il futuro delle Aree Vaste e la loro effettiva capacità di individuare precisi e definiti progetti di carattere strategico, superando l’impasse burocratica attuale. Altro punto è, sicuramente, continuare a procedere sulla strada del project financing, ossia prevedere la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione, che serve anche a rimediare alla scarsità o indisponibilità di fondi pubblici, con l’effetto benefico di coinvolgere le forze motrici dell’economia del territorio. Infine, Bari ha aderito al programma europeo Smart City, e così tra le altre cose potremo impiegare risorse di questo programma della Comunità Europea per portare avanti i sogni della città».
Per esempio, a Bari c’è qualche “sogno nel cassetto” in particolare?
«Certamente, il progetto di riqualificazione del lungomare San Girolamo, a cui tengo particolarmente anche per la mia storica dedizione allo sport e al mare. La rigenerazione del fronte mare del litorale di S. Girolamo – Fesca, è l’esempio evidente di cosa sia un progetto strategico. L’intervento mira alla difesa della costa dall’erosione e al potenziamento della balneabilità e della fruibilità pubblica di questo tratto di litorale urbano. Inoltre, grazie al progetto vincitore del concorso internazionale del Comune di Bari espletato nel 2009, si prevede la riqualificazione degli spazi aperti e della mobilità pubblica e la realizzazione di architetture temporanee a servizio del tempo libero e della balneazione. Un progetto sostenibile, integrato e con un impatto sociale, perché ricucirà la relazione tra il quartiere e il mare».
Una videopresentazione del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari: