Per ricordare a tutti cosa potrebbe succedere alla costa siciliana in caso di disastro petrolifero in mare, questa mattina attivisti di Greenpeace “sporchi di petrolio” hanno aperto un grande striscione con la scritta “Neri contro le trivelle” sulla bianchissima scogliera di Scala dei Turchi, simulando uno sversamento di greggio nel Canale di Sicilia.
Secondo quanto denunciato da Greenpeace nel rapporto “Meglio l’oro blu dell’oro nero”, sono ben ventinove le richieste di autorizzazioni per cercare petrolio, di cui undici già concesse, nel Canale di Sicilia. Un rischio che potrebbe materializzarsi come il disastro della Deepwater Horizon, in Louisiana, dell’aprile 2010.
“Un disastro come quello del Golfo del Messico nel nostro Mediterraneo avrebbe effetti devastanti – ricorda Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia – Se si iniziasse a trivellare nel Canale di Sicilia, spiagge meravigliose come questa sarebbero messe a rischio e con esse l’economia delle comunità che vivono sulla costa. Dobbiamo fermare subito i piani dei magnati del petrolio, prima che sia troppo tardi”.
Greenpeace è impegnata da quasi due settimane in Sicilia con il tour “U mari nun si spirtusa”, per chiedere agli amministratori locali di firmare l’appello rivolto al ministero dell’Ambiente per fermare le trivelle e tutelare il Canale di Sicilia. Sono già trenta i sindaci che hanno aderito alla campagna, insieme ad amministratori regionali e associazioni della pesca.