La forma urbana del centro storico di Andria è comunicativa delle innumerevoli vicende storico-politiche che la città, nel tempo, ha vissuto. Uno dei modi, il più semplice, per leggere la sua storia è passeggiarvi dentro il centro storico, seguendo un itinerario facile da individuare ad occhio nudo seguendo le tre punte dei campanili che spuntano sopra le case e i palazzi.
Tra antico e moderno – Sul lato nord-est della città c’è un’antica porta, incastonata in mura Normanne. Sul suo lato destro c’è una via moderna, oggi denominata Porta Castello, da cui entro per avviarmi verso la piazza principale del centro storico. Gli abitanti la chiamano Catuma. Un grande spazio urbano di forma quadrangolare dentro il centro storico. E’ il luogo su cui si affacciano i due edifici storicamente più importanti della città: il Palazzo Ducale e il Palazzo Vescovile e da cui sono visibili due delle tre punte dei campanili.
La piazza, oggi ridisegnata da una grande ellisse con il suo asse maggiore che segna sul pavimento l’orientamento principale nord-sud, ha ospitato e ospita tuttora i grandi eventi pubblici e soprattutto politici della città, nonché le maggiori manifestazioni culturali, sacre e profane, che si susseguono durante l’arco dell’anno. Nella piazza si affacciano, sul lato sinistro alcuni edifici importanti dell’Ottocento, testimonianze di un periodo florido sia economico che politico della città. Oggi la piazza, dopo alcuni anni di restauro è tornata ad essere il centro vitale, serale e notturno, della città perché ricca di attività quali: ristoranti, caffé, vinerie, cinema, pizzerie e gelaterie.
Lo sguardo della Cattedrale – Lasciando la piazza m’incammino verso uno dei due vicoli che dalla piazza vanno verso ovest. Mi porta nella piazza della Cattedrale dove è visibile, in modo forte, la presenza del suo campanile costruito sul filo della strada a fianco del portico d’ingresso. Entrambi sono scolpiti in pietra naturale del luogo. Nelle notti d’estate, in questa piazza, s’incontrano gruppi di ragazzi che, seduti sulle panche di pietra o sui gradini del portico della cattedrale, vivono il loro tempo libero all’aperto.
Andria – Campanile della Chiesa di San DomenicoEsplode la modernità – Lascio la piazza per incamminarmi verso un vicolo che, seguendo un percorso tortuoso mi porta prima alla chiesetta di San Micheluzzo, luogo in cui si custodiscono le Grandi Croci della processione per la Settimana Santa in Puglia. Superata la chiesetta e i vicoli stretti, raggiungo il cuore del centro storico, via Sant’Angelo dei Meli, in cui si trova il luogo più contemporaneo e aperto all’avanguardia e ai giovani artisti del momento in città. E’ l’Officina San Domenico; un’antica officina per la produzione dell’energia elettrica, da alcuni anni restaurata e convertita a luogo per la cultura, la musica, la letteratura, il teatro, le mostre e i concerti sia al chiuso che all’aperto, all’ombra di un bellissimo campanile in pietra naturale, finemente lavorato, che affianca la antica chiesa di San Domenico.
La città dai tre campanili – Lascio l’Officina e le centinaia di ragazzi che l’affollano dal pomeriggio sino a tarda sera. M’incammino verso un altro vicolo che porta sotto un altro campanile di pietra naturale che offre, come i primi due, uno scorcio urbano molto storico e architettonico sul fianco della chiesa di San Francesco con la sua porta Normanna murata. Nell’arco di cerchio di pochi centinaia di metri sono presenti, nella parte alta del centro storico, tre grandi campanili di pietra che affiancano le tre chiese cattoliche più importanti della città. Tre campanili che con la loro altezza caratterizzano il profilo urbano del centro storico e della città, soprannominata dalla popolazione, la città dai tre campanili.
Andria_Campanile della chiesa di San FrancescoMi sono mosso pochissimo, pochi vicoli, ed ho incontrato centinaia di dettagli ed elementi storici, che già da soli mi descrivono una meravigliosa storia antica della città, quella dell’Europa moderna, che dal 1200 ad oggi ha caratterizzato e segnato le parti più nobili, signorili e popolari della città in cui abitano, ancora oggi, italiani, arabi, marocchini, turchi, senegalesi, libanesi, algerini, tunisini ed egiziani che hanno scelto di vivere in questo luogo multietnico.
(Le foto sono di Domenico Tangaro)