
Procura di Foggia e Guardia di Finanza hanno aperto un’indagine sull’affidamento ad Amiu, da parte del Comune, della gestione del servizio di igiene urbana. Al centro della vicenda, il contratto che lega il capoluogo dauno all’azienda pugliese per i prossimi 9 anni. Esultano associazioni, comitati e cittadini che avevano richiesto a gran voce un intervento della Magistratura, benché inascoltati dalle istituzioni
E’ una delle tipiche situazioni da “Ve l’avevamo detto”. E’ proprio quello che devono aver pensato nel comitato cittadino ‘La Società Civile‘, che per mesi – e con l’ausilio e contributo di avvocati, professionisti ed esperti – hanno provato a far ravvedere la commissione straordinaria al Comune di Foggia sull’affidamento del servizio della gestione di igiene urbana.
Secondo il Comitato, infatti, quel contratto con l’Amiu che assicurava all’azienda la gestione della raccolta dei rifiuti a Foggia per i prossimi 9 anni era viziata da “da manifesta erroneità, illegittimità, contraddittorietà ed illogicità, oltre che infondatezza”. Lo avevano messo nero su bianco in un esposto che chiedeva “l’annullamento in autotutela di tutti gli atti amministrativi comunali prodromici, preliminari e conseguenziali rispetto a detta deliberazione”.
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L’inchiesta

La risposta della commissione straordinaria è stata quella di confermare il provvedimento e, anzi, rivendicare la scelta ed evidenziare i passi avanti del Piano industriale della società. Ora, però, la situazione cambia. E le sollecitazioni di attivisti e associazioni non possono essere più snobbate e silenziate dall’Amiu. Da qualche ora, infatti, la Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta in cui si ipotizza che il Comune – attualmente commissariato – abbia affidato all’Amiu la gestione dell’igiene urbana sulla base di dati non corretti. E le indagini sono state avviate proprio dopo gli esposti presentati dalle associazioni Società Civile, Konsumer Italia e Italia Nostra.
La “turbata libertà”
A novembre 2022 il Comune ha infatti firmato con l’azienda pubblica (di cui è socio) un contratto da 22 milioni l’anno (per 9 anni). Per ora l’indagine ha portato alla notifica di due decreti di perquisizione nei confronti di una dirigente comunale, Concetta Zuccarino, responsabile del settore Ambiente, e del direttore generale dell’azienda appaltatrice, Antonello Antonicelli. La situazione è resa ancor più delicata da un altro aspetto: il commissario all’epoca era Marilisa Magno, che si è poi dimessa per problemi di salute. Al suo posto, l’attuale commissario Cardellicchio che però si è trovato con un contratto già appaltato, assicurando che avrebbe fatto le sue indagini interne. A indagare, per ora, è la Procura, a cui spetterà il compito di chiarire la “turbata libertà” del procedimento di scelta del contraente.
Le reazioni
“Abbiamo semplicemente cercato la Verità – hanno scritto sui social dalla Società civile -. Le intenzioni erano e sono sempre state la tutela degli interessi dei foggiani, contro un affidamento che serve e conviene ad altri territori. È stato facile? Assolutamente no. Da volontari ci è costato sacrificio, studio, approfondimento. Siamo stati scherniti dalle stesse istituzioni che intendevamo tutelare”.
Il riferimento è anche alla politica: tanti partiti hanno preferito evitare di esporsi e mettersi contro la commissione straordinaria, recependo freddamente le istanze delle associazioni e non partecipando alle iniziative di protesta.
Il nuovo esposto

“Non commentiamo l’evoluzione dell’indagine – spiegano dal Comitato -, per rispetto del lavoro degli inquirenti e delle persone che oggi risultano coinvolte. Eravamo e restiamo convinti che l’affidamento ad Amiu sia un atto illegittimo.
E questo prescinde dalla sussistenza di eventuali reati.
Per la protervia dei nostri interlocutori siamo stati costretti ad attivare la magistratura penale e quella contabile. Ne avremmo fatto volentieri a meno”.
Proprio per questo motivo le associazioni non lasciano, ma raddoppiano. Anzi quintuplicano: “Noi oggi cogliamo l’occasione per depositare la quinta integrazione del nostro esposto, alla luce della pubblicazione dei dati sulla raccolta differenziata dei primi quattro mesi dell’anno e sulle condizioni indecorose dei cassonetti in città”.