Amianto ENEL: GUP di Pisa dispone iscrizione nel registro degli indagati

Il GUP del Tribunale di Pisa ha rigettato la richiesta di archiviazione e ha disposto la prosecuzione delle indagini preliminari con iscrizione nel registro degli indagati dei vertici di ENEL responsabili della morte di alcuni dipendenti

Il GUP del Tribunale di Pisa, in merito al procedimento penale relativo alla morte per amianto di un ex dipendente della centrale geotermoelettrica di ENEL a Larderello (PI), con provvedimento depositato oggi, 13 febbraio 2015, ha accolto l’opposizione dell’avv. Ezio Bonanni alla richiesta di archiviazione e dispone la prosecuzione delle indagini preliminari con iscrizione nel registro degli indagati dei responsabili di ENEL, anche per l’ipotesi di reato di cui all’art. 437 c.p., oltre che per l’ipotesi di cui all’art. 589 c.p..

Si apre così un nuovo procedimento penale oltre a quello relativo a tre operai deceduti per mesotelioma, con richiesta di rinvio a giudizio per il reato di omicidio colposo, per il quale era stata accolta l’istanza dell’avv. Ezio Bonanni di citare ENEL S.p.A. come responsabile civile per i decessi di questi dipendenti, in vista della prossima udienza del 26 marzo 2015 (Tribunale di Pisa. G.u.p. Dott. Giulio Cesare Cipolletta, proc. Pen. n. 1/2010 e n. 1/2012 RG Avoc. PG – FI e 3739/2014 RG GIP).

Il nuovo procedimento penale relativo alla morte di B. G., con l’iscrizione nel registro degli indagati anche per l’ipotesi di reato di cui all’art. 437 c.p., disposta dal GUP Dott. Giulio Bufardeci, si presenta, quindi, come un Eternit Bis ma in questo caso senza prescrizione perché si fa riferimento, nel provvedimento del GUP, a “epoca anteriore e prossima al 31 marzo 2007”. Sono state così accolte le tesi giuridiche sostenute dall’avv. Ezio Bonanni, legale di parte civile, che assiste la vedova di B. G. deceduto per asbestosi.

«Si tratta di una vittoria prima di tutto delle vittime e dei loro familiari e poi della giustizia – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni -, che ci auguriamo trionfi, di fronte a molte, troppe, vittime evitabili e quindi inaccettabili. Auspichiamo che questi eventi drammatici siano di monito a quei dirigenti che molto spesso sono stati negligenti e imprudenti e incuranti della salute rispetto al rischio amianto, per il quale ha prevalso il profitto sulla vita umana».

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