
Il progressivo ridimensionamento della superficie coltivabile è un fenomeno che sta interessando da una decina d’anni la Puglia. Le cause sono da individuare non solo nell’insediamento di parchi eolici ed impianti fotovoltaici, ma anche nell’allargamento delle aree urbane e produttive di diversa dimensione e natura. Il direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio, ha scattato una fotografia delle mutazioni del paesaggio. Il paesaggio da un po’ di anni sta cambiando soprattutto per l’insediamento dei parchi eolici. Vaste zone, come quella del nostro subappennino, si sono trasformate. E’ chiaro che la nostra posizione è stata sin dal primo momento molto critica. Siamo stati i primi firmatari della richiesta di moratoria che qualche anno fa ha adottato la Regione Puglia, anche per fare in modo che fossero stabilite regole. Con il piano energetico ambientale il discorso sull’eolico è stato inizialmente stralciato per rendere possibile una migliore applicazione. Ma di fatto bisogna dire che non hanno funzionato i filtri a livello comunale.

Ma sta davvero cambiando il paesaggio agrario? E la causa è solo l’insediamento su terreni agricoli di pale eoliche e pannelli solari?
Il paesaggio da un po’ di anni sta cambiando soprattutto per l’insediamento dei parchi eolici. Vaste zone, come quella del nostro subappennino, si sono trasformate. E’ chiaro che la nostra posizione è stata sin dal primo momento molto critica. Siamo stati i primi firmatari della richiesta di moratoria che qualche anno fa ha adottato la Regione Puglia, anche per fare in modo che fossero stabilite regole. Con il piano energetico ambientale il discorso sull’eolico è stato inizialmente stralciato per rendere possibile una migliore applicazione. Ma di fatto bisogna dire che non hanno funzionato i filtri a livello comunale.
Stanno diminuendo i terreni agricoli?
Assolutamente si. La superficie agricola è in diminuzione. Abbiamo fatto una stima, secondo la quale nella Puglia si è verificata una riduzione negli ultimi dieci anni di circa il 17%. Questo è avvenuto non solo per l’insediamento dei parchi eolici ed impianti fotovoltaici, ma anche per l’allargamento delle aree urbane e produttive di diversa natura.
Si sta puntando, comunque, sulla tutela del territorio?
Abbiamo riscontrato negli ultimissimi anni un’inversione di tendenza nella tutela del territorio. Alcune deturpazioni del paesaggio, però, si sono ormai verificate. E’ un fatto ineludibile che oggi ci sia la tendenza a tutelare di più il territorio. L’agricoltura sta facendo la sua parte, non fosse altro che per le nuove norme sulla cosiddetta condizionalità, secondo le quali il finanziamento comunitario non è erogato senza il rispetto di alcune condizioni di buona pratica di tutela del territorio e rispetto dell’ambiente.

Qual è il rapporto tra aree agricole ed industriali?
Non è un rapporto molto felice. Basta vedere ciò che è accaduto a Taranto con il problema delle diossine, che purtroppo ha messo in difficoltà i nostri allevatori. Questo è un aspetto. Poi c’è la proliferazione di aree industriali che sono poco e male utilizzate. Non fanno altro che eliminare aree agricole limitandone anche la programmazione per il futuro.
Alla luce di queste trasformazioni, come sarà il futuro dell’ambiente?
Speriamo che questa inversione di tendenza cominci a produrre frutti in tempi brevi. La Coldiretti si è posta anche un altro obiettivo, quello di poter attuare con il Governo regionale e le autonomie locali un recupero di determinate aree non utilizzate da insediamenti produttivi per attività agricola. Ci sono vaste aree che nelle province pugliesi sono state abbandonate. E’ chiaro ed evidente che nelle scelte della Coldiretti terremo in considerazione la tutela del territorio.