Ambiente, CAI: «No a traffico motorizzato sui sentieri»

Il CAI – Club Alpino Italiano è da sempre impegnato nella salvaguardia dell’ambiente montano. Il suo impegno è rivolto anche a garantire una frequentazione sostenibile, cioè una frequentazione che non procuri, o limiti al massimo, i danni all’ecosistema dovuti dall’attività dell’uomo, ricreativa e non.

Il traffico motorizzato sui sentieri produce un alto impatto ambientale sulla fauna, sulla flora e sul fondo dei di mulettiere e sentieri che i volontari CAI mantengono faticosamente e senza oneri pubblici (60.000 km di sentieri). Moto e quad rappresentano inoltre un pericolo per gli escursionisti ponendo un problema di sicurezza: chi si muove a piedi si trova ad essere l’utente debole anche sui sentieri.

Tutto ciò si trasforma in un disincentivo alla frequentazione non motorizzata della montagna e, quindi, un ostacolo allo sviluppo, alla valorizzazione e alla tutela del territorio montano, oltre al danno ambientale.

Da qualche tempo alcune Regioni stanno approvando leggi che, accanto ad alcune misure che vanno nella direzione della tutela delle rete escursionistca e della montagna, contengono norme e provvedimenti che ne favoriscono un uso inappropriato.

Il problema è nazionale, se si estende anche all’uso delle motoslitte nel periodo. È evidente l’incompatibilità fra escursionismo e motociclismo su terreno comune, che appare un paradosso anche rispetto ai progetti per la promozione e per lo sviluppo del turismo dolce, che richiedono investimenti modesti ma sono realizzabili solo con scelte precise e coerenti.

Il nostro Paese è percorso da una rete di itinerari di lunga percorrenza di grande valore naturalistico, storico e devozionale, che si appoggia in massima parte sulla rete sentieristica. Numerose le presenze di viaggiatori a piedi, provenienti spesso da altri paesi europei ed extraeuropei, dove sono attivate iniziative imprenditoriali agro-turistiche anche da parte di giovani con possibili futuri sviluppi per l’economia montana.

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