
Il liceo scientifico “Cafiero” di Barletta sperimenta un’ interessante esperienza di Alternanza Scuola Lavoro “sul campo” in collaborazione con l’ARPA Puglia. Pronto già il secondo step del progetto
E’ un progetto di alternanza scuola lavoro tutto incentrato sulla conoscenze e tutela dell’ambiente quello che hanno deciso di intraprendere gli alunni della sezione D del triennio del Liceo Scientifico Statale di Barletta “Carlo Cafiero” .
Conoscere il territorio per preservarlo dai danni
Un progetto che per l’anno scolastico 2017-18 appena iniziato è già al secondo step, basato su di un percorso di consapevolezza sulla necessità di conservare e preservare la risorsa suolo e la risorsa acqua, con incursioni in Enti di ricerca che ne studiano le potenzialità e le minacce cui esse sono sottoposte.
Il prossimo anno (2018-19), invece, vedrà i ragazzi della sezione D impegnati in aziende che attuano il recupero dei “materiali di scarto” da propri o altrui cicli produttivi nell’ottica della strategia Rifiuti Zero.
Il percorso è partito lo scorso anno scolastico, quando, per gli studenti dell’allora terza D è partito “Rischi Ambientali – La Salvezza delle nostre Campagne”, un progetto in collaborazione con l’ARPA Puglia incardinato su riferimenti normativi del Testo Unico dell’Ambiente (D.lgs. 152/2006) che ha reso protagonisti gli studenti della 3aD e consapevoli delle nefaste ripercussioni sulla salute e sulle matrici ambientali di alcuni illeciti come gli abbandoni dei rifiuti in città e nelle campagna e la bruciatura degli stessi rifiuti.
Alternanza scuola lavoro basata sullo studio
Per partire col piede giusto gli studenti, seguiti dai tutor Prof.ssa Maria Rosaria D’Agostino, del Liceo Cafiero, e dal geologo Raffaele Lopez per l’ARPA Puglia, hanno approfondito alcuni articoli e commi del Testo Unico dell’Ambiente:
Art. 192. Divieto di abbandono
- L’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati.
- È vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee.
- … chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi … in base agli accertamenti effettuati … dai soggetti preposti al controllo. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
- Qualora la responsabilità del fatto illecito sia imputabile ad amministratori o rappresentanti di persona giuridica ai sensi e per gli effetti del comma 3, sono tenuti in solido la persona giuridica ed i soggetti che siano subentrati nei diritti della persona stessa …
Il breve tratto di spiaggia dal villaggio turistico la Fiumara alla foce del fiume Ofanto
- Abbandono di rifiuti. 1. chiunque, in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 192, commi 1 e 2 … abbandona o deposita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali o sotterranee è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da trecento euro a tremila euro. Se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi, la sanzione amministrativa è aumentata fino al doppio. 2. …omissis…
3.chiunque non ottempera all’ordinanza del Sindaco, di cui all’articolo 192, comma 3 … è punito con la pena dell’arresto fino ad un anno. Nella sentenza di condanna o nella sentenza emessa ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, il beneficio della sospensione condizionale della pena può essere subordinato alla esecuzione di quanto disposto nella ordinanza di cui all’articolo 192, comma 3 …
256.Attività di gestione di rifiuti non autorizzata
1… chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito: a) con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; b) con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi. 2.Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui all’articolo 192, commi 1 e 2. 3.Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29-quattuordecies, comma 1, chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata è punito con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro. Si applica la pena dell’arresto da uno a tre anni e dell’ammenda da euro 5.200 a euro 52.000 se la discarica è destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi. Alla sentenza di condanna o alla sentenza emessa ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, consegue la confisca dell’area sulla quale è realizzata la discarica abusiva se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi. Commi 4., 5.,6.,7.,8.,9.,……..omissis
256-bis. Combustione illecita di rifiuti
- Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni. Il responsabile è tenuto al ripristino dello stato dei luoghi, al risarcimento del danno ambientale e al pagamento, anche in via di regresso, delle spese per la bonifica. Commi 2.,3.,4.,5.,6. …..omissis
I ragazzi hanno quindi compreso quanto sia importante organizzarsi in gruppi di cittadini attivi per segnalare, con elementi ben circostanziati tecnicamente, attraverso denunce/esposti, i crimini nei confronti dell’Ambiente indirizzandoli alle opportune Autorità Competenti e far ricorso a vari strumenti di comunicazione per spiegare alla gente quanto la tutela dell’Ambiente sia conseguente ai comportamenti anche del singolo cittadino.
Il racconto degli studenti

Ed ecco come hanno raccontato il primo step di questa esperienza che si concluderà nel 2019.
«“Cara terra mia ….. intonavano sul finire degli anni ’80 Romina Power ed Al Bano …. il mare sta morendo di dolore i fiumi di vergogna e impurità…», fotografando in poche parole attentati alla Natura ahimè ancora attuali, una terra amara nella condizione di un veliero senza capitano; un hashtag, un tweet, direbbero i cibernauti di oggi, un S.O.S, un monito per salvaguardare la salubrità dei nostri territori.
Le ragazze e i ragazzi della 3a D supportati dagli strumenti informatici messi a disposizione dall’Amministrazione scolastica (PC, Internet, software, ecc.) hanno prodotto ricerche su Associazioni e Comitati che si occupano di questioni ambientali sia a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale (OAP-Operazione Aria Pulita BAT, FSA-Forum Salute e Ambiente, SIGEA-Società Italiana di Geologia Ambientale, WWF-World Wildlife Fund, Legambiente, FSV-Forum Salviamo il Paesaggio) e che forniscono spesso il loro contributo volontario per migliorare le conoscenze sia dei cittadini che delle Pubbliche Amministrazioni. È stata quindi condotta una disamina degli Enti che controllano la qualità delle matrici ambientali (SNPA-Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione Ambientale, ARPA-Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale) e le pericolosità geologiche (AdB-Autorità di Bacino della Puglia) e le difficoltà che le stesse incontrano nell’eseguire la loro missione per scarsezza di risorse disponibili.
Le proposte per salvaguardare il territorio dell’Ofanto
Forse la trasformazione del delta del fiume Ofanto in estuario o parlare di dissesto idro-geologico possono sembrare argomenti distanti anni luce dalle preoccupazioni di alcuni miopi nostri concittadini, ma quando l’Ambiente viene violentato alle porte della propria città allora non si può non parlare di omicidio. Innumerevoli abbandoni di rifiuti, discariche abusive, roghi su cumuli di rifiuti e all’interno dei canneti, costellano purtroppo il paesaggio agrario di Barletta e anche in aree di interesse naturalistico, sebbene abbandonare rifiuti in ogni dove e bruciarli rappresentano illeciti ambientali che andrebbero severamente sanzionati.
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Sono state quindi organizzate visite didattiche e sopralluoghi nel territorio comunale di Barletta ed in particolare presso la foce del fiume Ofanto e in località Ariscianne, ricorrendo anche ai mezzi pubblici per raggiungere i siti in un’ottica di mobilità sostenibile.
A tal proposito si coglie l’occasione per segnalare all’Amministrazione comunale l’utilità e l’opportunità di prolungare la corsa degli autobus circolari cittadini fino alla località La Fiumara, pianificando almeno tre fermate lungo il tratto della litoranea di Ponente di spiaggia libera, per alleggerire la pressione del traffico automobilistico durante il periodo estivo.
Discariche a cielo aperto

Le località costiere visitate hanno rappresentato il laboratorio ambientale in cui il tutor esterno di ARPA Puglia, il geologo Raffaele Lopez, ha fornito informazioni sul sistema geologico e geomorfologico che ha determinato l’evoluzione del paesaggio barlettano durante le età geologiche. Ci si è soffermati ad osservare il contenuto mineralogico dei sedimenti di spiaggia ed in particolare della sabbia nera ferro-magnetica riconducibile alla presenza del Monte Vulture, antico vulcano spento, che il fiume Ofanto incontra lungo il suo serpeggiante percorso di quasi 165 km. Sono state fotografate alcune specie floro-faunistiche presenti nonché gli immancabili elementi detrattori (rifiuti, roghi, colture e costruzioni abusive, sversamenti abusivi di fanghi organici).
Sebbene dal 14 dicembre 2007 sia stato istituito il parco regionale del fiume Ofanto per la salvaguardia della fauna e della flora locale, il breve tratto di spiaggia dal villaggio turistico la Fiumara alla foce del fiume Ofanto è costellato da numerose tipologie di rifiuti speciali, in particolare contenitori di agro-farmaci, e risulta difficoltoso raggiungere la foce anche per la presenza di coltivazioni abusive in area golenale che si spingono fino alla riva del mare.
Oggi studenti, cittadini attivi domani
Di fronte a tanta bellezza minacciata da tanto degrado ci si chiede: le istituzioni e i cittadini dove sono mentre questo omicidio viene perpetrato? È vero che ISPRA, ARPA ed in genere le Pubbliche Amministrazioni devono occuparsi del controllo del territorio e dello stato delle matrici ambientali, ma è imprescindibile che le iniziative per la tutela e la salvaguardia dell’Ambiente partano soprattutto dai cittadini.
Fondamentale è stato il supporto della tutor interna all’Istituto scolastico prof.ssa Maria Rosaria D’Agostino, che ha stimolato i ragazzi a raccordare le informazioni e capacità acquisite all’interno di un progetto integrato, organizzando ricerche scientifiche e tecniche sui reperti geologici e floro-faunistici rinvenuti durante i sopralluoghi. Infine, molto utile e di sicura efficacia comunicativa è stata la ricerca da parte dei ragazzi di brani musicali utilizzando parole chiave acquisite durante questo primo anno di attività, nonché l’utilizzo di celebri brani letterari come il soliloquio di Amleto: “to be or not to be” riletto rispetto alla necessità di agire o rimanere in silenzio, opportunamente musicati dai ragazzi.
Allora alla classica e tanto utilizzata domanda: dove sono le istituzioni? Segue inevitabilmente una risposta: ma dove sono i cittadini?
Sì, i cittadini. A noi per primi spetta il compito di curare la nostra Terra perché, come ricorda Andy Warhol: “ non rovinare la terra è la più bella forma di arte che si possa desiderare” e noi dobbiamo essere Artisti degni di dire “Cara terra mia”.»