Alimentazione, ecco come abbattere i batteri nei succhi di frutta

Valeria Poscente (dottoranda a sinistra) e la ricercatrice ENEA Luciana Di Gregorio (a destra)

Si tratta di un nuovo trattamento battericida a basso costo messo a punto dai ricercatori ENEA grazie ai fondi del 5×1000

 

Graphical abstract

Ridurre la proliferazione dei batteri nei cibi per aumentare il periodo di conversazione. È sempre stata una necessità per l’uomo, così da poter utilizzare e conservare più a lungo i cibi. Ma come ogni cosa, anche questo ha dei costi.

Oggi un nuovo metodo ha permesso di risolvere, in parte, questa necessità.

I ricercatori ENEA hanno messo a punto un trattamento innovativo e a basso costo in grado di garantire qualità e sicurezza di prodotti alimentari come i succhi di frutta. Sviluppato grazie ai fondi del 5 per Mille alla ricerca scientifica, il nuovo metodo è stato pubblicato sulla rivista internazionale open access “Foods” (MDPI).

A base del nuovo trattamento l’olio essenziale di origano, noto per i suoi effetti antimicrobici contro diversi batteri, in particolare Escherichia coli.


Piastre di terreno di coltura con il ceppo di E-colies

Dalla sperimentazione condotta su succhi di frutta a base di albicocca, pesca e mela, opportunamente inoculati con un ceppo di riferimento di E. coli, è emerso che l’azione sinergica di calore a 65 ° C e dell’olio essenziale di origano (Origanum vulgare) può rappresentare un’alternativa antimicrobica promettente per migliorare la sicurezza dei succhi di frutta, perché in grado di abbattere drasticamente la carica batterica, mantenendo inalterate le proprietà organolettiche e nutritive dei succhi spremuti a freddo.

Gli attuali processi industriali di pastorizzazione e di confezionamento asettico consentono la stabilizzazione e la conservazione del succo di frutta a temperatura ambiente; tuttavia, l’intensità del trattamento termico può influire in modo negativo sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto finale. Esistono anche altre tipologie di processi che, nella maggior parte dei casi, richiedono tecnologie all’avanguardia e investimenti elevati che le piccole e medie imprese non possono sostenere.

Per testare e confermare l’efficacia del nuovo trattamento stabilizzante nei succhi di frutta, i ricercatori ENEA hanno utilizzato metodologie avanzate di analisi, come la citometria a flusso e l’ordinamento cellulare attivato dalla fluorescenza (FACS), che permettono l’indagine in tempo reale ed estremamente attendibile delle popolazioni batteriche target.

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