Ad Andria, il primo impianto biogas alimentato con la sansa

Da un anno, i fratelli Agresti producono biogas solo con gli scarti della loro produzione di olio in un sistema circolare sostenibile chiuso

Energia pulita al 100%, prodotta da fonti biologiche, organiche e naturali, rinnovabili. È il sogno di ogni azienda che punta sulla sostenibilità, che oggi è diventato realtà. Ad Andria, BTS Biogas ha inaugurato il primo impianto biogas in Europa, alimentato al 100% dalla sansa, il materiale organico di risulta della molitura delle olive.

Il leader tecnologico nello sviluppo e nella costruzione di impianti biogas e biometano ha inaugurato il nuovo impianto per Agrolio, azienda della famiglia Agresti di Andria, da cinque generazioni impegnata nella produzione di olio extravergine di oliva.

L’unicità dell’impianto, già operativo da un anno, sta nella capacità di gestire il processo di fermentazione della sansa nel digestore. L’efficienza e la funzionalità dell’impianto sono garantite da costanti rilevamenti, interventi e soluzioni innovative apportate per consentire una “digestione” ottimale dei residui della produzione dell’olio di oliva. Il biogas prodotto alimenta un impianto di cogenerazione da 500 kWel, mentre il digestato rientra nel ciclo vegetale della produzione olivicola contribuendo a migliorarne qualità e quantità.

Il sistema è stato progettato e realizzato da BTS Biogas, in collaborazione con AB, azienda italiana leader nella cogenerazione e valorizzazione delle fonti sostenibili che ha fornito il cogeneratore della Linea ECOMAX® BIO, Wolf System, per la costruzione delle vasche, e IGW, per il supporto e la gestione delle pratiche autorizzative.

L’esperienza acquisita da BTS in questo progetto, con il supporto costante del gruppo Agresti, si basa anche sulle molteplici analisi effettuate e conseguente raccolta di dati della sansa in ingresso e delle frazioni solida e liquida del digestato.

Un progetto nuovo e innovativo che fa ben sperare, in quanto risolve il problema dello smaltimento della sansa, considerata un rifiuto ingombrante, di difficile collocazione e riutilizzo, e altamente inquinante se abbandonata nell’ambiente.

Intanto è già polemica per via della sospensione degli ecoincentivi destinati la produzione di biogas.

Secondo Coldiretti, i frantoi potrebbero non riuscire a smaltire la sansa prodotta negli impianti che diventerebbe rifiuto speciale e, come tale, seguirebbe un altro iter burocratico con spese a carico delle imprese.

“L’utilizzo delle sanse umide a fini energetici – spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – va garantita a beneficio dell’intera filiera olivicolo-olearia, per la evidente stretta sui costi a carico delle imprese, la netta riduzione dell’impatto ambientale, più alti livelli qualitativi dell’olio e il miglioramento delle rese produttive. La filiera olivicolo-olearia vale oltre 1,2 miliardi di euro nella sua fase agricola e 3 miliardi in quella industriale.”.

È un problema non da poco se si considera che solo la Puglia produce oltre il 50% dell’olio Made in Italy.

Ora bisognerà capire se si può risolvere tutto con la realizzazione di altri impianti di biogas in Puglia come quello di Andria dove smaltire la sansa, o se è necessario un passaggio istituzionale per un intervento normativo che regolamenti questi passaggi finalizzati alla sostenibilità ed al rispetto dell’ambiente.

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