Acquacoltura e bioeconomia le parole giuste per imprese sostenibili

Due appuntamenti organizzati dall’Assessorato alle Politiche Ambientali-Comunitarie, Agricoltura e Pesca, Bioeconomia del Comune di Mola di Bari, fanno il punto sulle concrete prospettive di occupazione in un futuro niente affatto lontano

Si parlerà di acquacoltura domani 13 ottobre a Mola di Bari. L’occasione è il  Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021, la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, che si svolge in tutta Italia dal 28 settembre al 14 ottobre. A organizzare l’evento (Palazzo Roberti, ore 17,30-20,30)  l’ Assessorato Politiche Ambientali-Comunitarie, Agricoltura e Pesca, Bioeconomia.

Pesca sostenibile e acquacoltura per salvare il Pianeta

Pesca e Acquacoltura tra diversificazione e multifunzionalità: opportunità e prospettive”, questo il titolo del workshop, parte da una considerazione semplice quanto drammatica: i mari di tutto il globo stanno vivendo un periodo di rapidi cambiamenti, legati all’intensificazione dei traffici marittimi, all’uso delle coste, alle attività di pesca e acquacoltura. Ognuna di queste attività rischia di interferire sull’equilibrio esistente tra le specie marine e, di conseguenza, di alterare le funzioni ecosistemiche che da tali specie dipendono. «Il nostro futuro, la qualità della nostra vita, sono direttamente connessi alla qualità dell’ambiente, alla sua capacità di rigenerarsi e di rigenerare le risorse alle quali attingiamo. Durante il workshop – spiega Elvira Tarsitano, Assessora alle Politiche Ambientali-Comunitarie, Agricoltura e Pesca, Bioeconomia – affronteremo il tema della transizione sostenibile nel settore della pesca e dell’acquacoltura, con l’obiettivo di analizzare le opportunità e le prospettive offerte da modelli sostenibili già esistenti e da buone pratiche che possono essere messe in atto per far sì che il mare rappresenti ancora una risorsa, per noi, le generazioni a venire, e per l’economia del nostro territorio».

A Mola il primo assessorato alla Bioeconomia della Puglia

Elvira Tarsitano
L’assessora alla Bioeconomia del Comune di Mola di bari, Elvira Tarsitano: “Realizzare una Bioeconomia circolare e sostenibile farà in modo che la nostra prosperità economica e lo stato di salute del nostro ambiente si rafforzino vicendevolmente”

Non è un caso che ad organizzare l’evento sia proprio l’assessorato alla Bioeconomia.  Il Comune di Mola di Bari è stato il primo in Puglia a dotarsi di un Assessorato alla Bioeconomia  per favorire la transizione verso un modello economico sostenibile, una transizione non più rinviabile a causa dei cambiamenti climatici in atto che evidenziano la crisi del modello di economia lineare. Innalzamento delle temperature, desertificazione dei suoli, scarsità delle risorse e impoverimento della biodiversità, hanno cambiato le condizioni di vita sulla terra: per questo è necessaria una riflessione sulla necessità di un mutamento che favorisca il passaggio dal modello lineare attuale a quello di Bioeconomia circolare.

Il workshop

Focus del Workshop di domani saranno non a caso tre dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, direttamente connessi con il lavoro e con l’economia del mare in un’ottica che garantisca crescita e benessere sociale, tenendo conto allo stesso tempo delle esigenze dell’ambiente, alla sua tutela e alla sua capacità di rigenerazione delle risorse. Il Goal 14 La vita sott’acqua mira a conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile; il Goal 13 Agire per il clima ha lo scopo di adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze; il Goal 12 Consumo e produzioni responsabili intende garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.

I dati sulla salute del mare non sono rassicuranti. La quota globale delle risorse ittiche, in condizioni di sostenibilità biologica, è scesa dal 90% del 1974 al 67% nel 2015. In Italia, a partire da questa data, la situazione peggiora drasticamente nel biennio successivo, soprattutto per via del sovrasfruttamento degli stock ittici, l’83,3% rispetto a una media europea del 42%. È proprio per questo che risulta necessario tenere in particolare rilievo le relazioni che intercorrono tra le specie e gli habitat degli ecosistemi marini in un approccio sistemico.

Le domande cui rispondere sono diverse, tra queste: quanto i cambiamenti osservati sono guidati dai fattori ambientali (primo fra tutti il clima) e quanto da fattori antropici (ad esempio la pesca o il marine litter)? Pesca e acquacoltura possono rappresentare una valida risposta per mantenere integri gli ecosistemi e tutelare la biodiversità anche nelle aree marine protette, ma a condizione che ci siano aziende disposte a scommettere su questa forma di economia e capaci di creare preziosi legami con il territorio incentrando il dibattito sulla diversificazione e la multifunzionalità anche per questi settori.

L’UE, il Governo nazionale e quello regionale da tempo hanno dedicato allo sviluppo e alla trasformazione della Blue Economy, l’Economia del mare, grande attenzione, riservando, tra le varie cose, azioni e linee di finanziamento per ridurre i livelli di inquinamento o adottare nuovi sistemi meno invasivi, mirati alla salvaguardia delle risorse. Anche di questo si parlerà durante il workshop con l’intervento dell’Europarlamentare Giuseppe Ferrandino, vicepresidente della Commissione Pesca.

Imprese sostenibili, il futuro sta bussando

Che alle imprese sostenibili si guardi con molta attenzione lo si capisce anche da un altro appuntamento che l’assessorato alla Bioeconomia  del comune di Mola ha organizzato sempre nell’ambito del festival dello sviluppo sostenibile. Lo scorso 9 ottobre infatti è stata la volta del workshop “La Bioeconomia. Esperienze concrete per l’occupazione e per le imprese sostenibili”. Anche in questo caso il punto di partenza è stata una semplice ma efficace considerazione: «Realizzare una Bioeconomia circolare e sostenibile farà in modo che la nostra prosperità economica e lo stato di salute del nostro ambiente si rafforzino vicendevolmente. Per questo motivo è necessario che ciascuna struttura politica e strategica assorba i principi costituenti della Bioeconomia e li declini nelle proprie attività, azioni e strumenti», ha detto l’assessore al ramo Elvira Tarsitano.

green jobs
La Bioeconomia entro il 2030 creerà oltre 30 milioni di posti di lavoro (Foto Nickbar da Pixabay)

In questa partita non solo un comune come Mola, ma soprattutto la regione Puglia deve avere un ruolo fondamentale di volano per lo sviluppo. Anzitutto le buone pratiche maturate nei vari comuni in tema di bioeconomia possono assumere un ruolo strategico determinante nella transizione dell’Europa intera verso un’economia circolare poiché dispongono di competenze e responsabilità in termini di regolamentazione necessarie, oltre alle conoscenze e all’esperienza sui territori, in grado di definire obiettivi realistici, da perseguire a seconda delle singole realtà territoriali.

Verso una legge regionale sulla Bioeconomia

Non va dimenticato inoltre che in Puglia c’è un disegno di legge regionale sulla Bioeconomia. Nei 10 articoli che compongono la proposta di legge la Regione Puglia intende favorire un modello di sviluppo sostenibile che pensi non soltanto al profitto ma anche al progresso sociale ed alla salvaguardia dell’ambiente. Fatto importante se si pensa che la Bioeconomia entro il 2030 creerà oltre 30 milioni di posti di lavoro e che secondo il Rapporto sui Green Jobs pubblicato dal Programma per l’Ambiente dell’ONU e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro almeno metà dei lavoratori in tutto il mondo (1,5 miliardi di persone) sarà interessata nel prossimo decennio dalla trasformazione green.  C’è dunque una forte esigenza di figure dall’alto contenuto tecnico abbinato a un bagaglio di competenze green e trasversali correlate alla sostenibilità e alla sua governance, figure che attualmente mancano.

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