
“Mi scusi, potrei avere un bicchiere d’acqua asciutta?”. Fino a qualche settimana fa, questa domanda sarebbe parsa a tutti una divertente battuta. Ora, invece, si è di fronte ad una realtà. Infatti, in occasione del 240esimo Congresso dell’American Chemical Society, tenutosi giusto un mese fa, una nuova idea è rimbalzata direttamente dall’Università di Liverpool: il team guidato dal dr. Andrew Cooper è riuscito a dar vita a quello che è stato simpaticamente battezzato con l’ossimoro ‘dry water‘, ossia ‘acqua secca’ o ‘asciutta’.

Da un punto di vista squisitamente chimico, i ricercatori inglesi (con il dr. Benjamin Carter, che ha presentato la memoria al Congresso) hanno dimostrato che le microgoccioline d’acqua, se rivestite da uno strato di biossido di silicio (il maggior componente chimico presente nella sabbia, per intenderci), rimangono separate; il guscio, infatti, impedisce alle stesse di ricombinarsi tra loro tornando allo stato liquido. Per questo motivo, l’acqua asciutta si presenta visivamente come zucchero in granuli, mentre, toccandola, risulta unta e lascia una sensazione di freddo, come l’alcool.
Quest’idea, tuttavia, non può essere considerata una novità assoluta. Anzi. Già nel 1968 si era portata avanti la ricerca in questa direzione, ottenendo risultati molto vicini a quelli di Cooper e del suo team, ma, forse sottovalutando l’importanza della scoperta, la sua applicazione interessò principalmente il settore della cosmesi, e pertanto l’eco della notizia fu assai più contenuta. Il merito dei ricercatori universitari di Liverpool risiede nel fatto di aver approfondito e poi compreso, negli ultimi anni, le enormi potenzialità e proprietà di questa particolare acqua, la più importante delle quali è, senza dubbio, la capacità di catturare una quantità di CO2 tre volte superiore all’acqua ordinaria, contrastando i crescenti livelli di anidride carbonica presente nell’atmosfera e, più in generale, il riscaldamento globale.

Non solo. Le ricerche portate avanti stanno svelando ulteriori benefici del dry water, come la caratteristica di essere un ottimo attrattore di liquidi potenzialmente inquinanti, facilitandone il trasporto e lo stoccaggio; la possibilità di separare dei gas (per esempio il metano) grazie all’aggiunta di un agente gelificante; la capacità di essere un ausilio, scrivono i ricercatori, per accelerare la cinetica di una reazione catalitica tra idrogeno e maleico nella produzione di acido succinico, un diffuso precursore di farmaci, additivi alimentari e altri prodotti di consumo: il che, in termini più semplici, significa che tale processo industriale consente un immediato risparmio energetico ed un minore impatto ecologico. Il tutto abbinato alla non trascurabile caratteristica di avere una preparazione né complessa, né costosa.
L’acqua asciutta, in conclusione, rappresenta un’altra, forse l’ennesima dimostrazione di come, ancora una volta, uomo e natura si trovano a “collaborare” per cercare di “raddrizzare le sorti” del nostro pianeta.