Sulla simbolica porta d’ingresso della Basilicata bisognerà appendere un grande ed evidente cartello di “lavori in corso”.
- Avis e Legambiente su una spiaggia di Policoro
E forse dovrà rimanere esposto per un bel po’. È quanto emerge dal monitoraggio ambientale di Goletta Verde, una delle tante campagne promosse e portate avanti con forza da Legambiente; la tappa lucana si è basata su un costante controllo e campionamento delle acque che scorrono nella regione del Sud Italia nel periodo primaverile, ed i responsi sono tutt’altro che lusinghieri.
Risultati da “matita blu” – Sono state monitorate 16 zone in Basilicata, tanto nelle zone di mare quanto nell’entroterra, e solo per una di queste si sono potuti riscontrare valori rispondenti alle linee guida per raggiungere gli obiettivi di qualità che diventeranno obbligatori a norma di legge nel 2015. Per tutte le altre, invece, le analisi hanno dimostrato come i corsi d’acqua – in particolare il fiume più importante della regione, il Basento – siano fortemente inquinati, dalla sorgente fino alla foce. Non solo: le coste e i lidi sono continuamente vittime di erosioni – le prime – e dell’inquinamento antropologico – i secondi – e palesano sempre più una condizione preoccupante; negli ultimi 50 anni si sono succeduti interventi di cementificazione delle coste, di costruzioni di infrastrutture in prossimità delle spiagge e dei porti, riducendo gli spazi naturali e contribuendo all’ammassamento di detriti e alla contaminazione delle acque (ricordando come queste siano fondamentali per la ricca attività agricola lucana).
È fuor di dubbio che la Basilicata, dal punto di vista strettamente ambientale, mostri un cattivo stato di salute e «necessiti di migliorare la propria performance depurativa, che risulta essere ancora insufficiente», come affermato da Nunzio Cirino Groccia, esponente della segreteria nazionale di Legambiente.
Risollevare una Regione – Il primo – ma non l’unico – ambito su cui intervenire è l’impianto depurativo locale: secondo i dati Istat del 2009, solo per il 64 %della regione è garantita una soddisfacente copertura fognaria, addirittura 12 punti percentuali in meno della media nazionale e 6 in meno della media dell’Italia Meridionale.
L’adeguamento delle reti fognarie su tutto il territorio dev’essere visto come un dovere imprescindibile per le istituzioni, non solo per arrestare il crescente stato di degrado ambientale, ma – all’opposto – per favorirne un nuovo impulso, uno slancio; restituire alla Basilicata le sue coste, le sue spiagge, le sue bellezze naturali significherebbe anzitutto ridare un tono più vivo e incoraggiante e, in secondo luogo, offrirsi in modo più concreto e convincente al turismo, un patrimonio economico e sociale di cui l’Italia tutta non può e non deve fare a meno.
Goletta Verde ha dato l’imput, che i lavori abbiano inizio.