
Valori alti di benzene nell’area del siderurgico e della zona industriale di Taranto. Ma non tali da essere considerati pericolosi. Intanto le associazioni chiedono chiarezza e i politici propongono un confronto con la Regione
“Quanto emerso sullo sforamento delle emissioni di benzene richiede risposte immediate. Non possiamo limitarci alle scuse ai cittadini di Taranto: servono azioni concrete o come classe politica avremo fallito tutti”. Così il capogruppo del M5S Marco Galante a margine dell’audizione in V Commissione Ambiente alla Regione Puglia che giorni fa ha messo sotto i riflettori lo sforamento rilevato da Arpa Puglia delle emissioni inquinanti di benzene in Via Machiavelli (rione Tamburi) a Taranto e i picchi registrati in alcuni giorni, specie di sera e mattina presto.
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L’Arpa Puglia: “Le norme italiane non contemplano eventi critici come quelli di Taranto”
E proprio l’Arpa durante l’audizione ha fatto il punto. Nel 2022 i picchi di benzene sono più che raddoppiati rispetto al 2021, ma il limite di 5 microgrammi a metro cubo come media annuale stabilito per legge non contempla gli eventi critici come quelli presenti più volte intorno al complesso siderurgico e all’area industriale di Taranto, anche se questi picchi si presentano più volte durante l’anno. Tuttavia l’Arpa Puglia si è posta questo problema in particolare da fine 2019, cioè da quando il trend di emissioni è aumentato in maniera significativa fino a più che raddoppiare nel 2022 rispetto al 2021 e, proprio a causa della carente normativa nazionale, è andata a cercare situazioni simili nel mondo. E ha trovato una norma dell’agenzia di protezione dell’ambiente del dello Stato della California che indica in 27 microgrammi a metro cubo il valore che come media oraria deve essere considerato come critico e che può dare degli effetti anche di tipo acuto. Peccato che questo dato non trovi riscontro nella norma italiana.

L’Arpa ha così presentato questa ricognizione all’Asl nel nell’aprile 2022 e l’Asl in effetti ha segnalato al Ministero dell’Ambiente – che è l’autorità competente -, la necessità di intraprendere percorsi per la riduzione di questo fenomeno. La difficoltà è che il benzene non è stato considerato molto e non viene contenuto da questi dispositivi di rilevamento. Il tema – questa in sintesi la conclusione dell’Arpa – va quindi approfondito con l’interessamento del governo regionale.
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La voce delle associazioni
Ma quali sono le cause di questo aumento preoccupante, anche se sotto i limiti prescritti per legge? Il benzene è un inquinante pericoloso, un elemento cancerogeno certo i cui livelli aumentano nonostante la produzione dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia SpA viaggi ormai a regimi ridotti. La causa può essere attribuita alla inadeguata manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti. Per questo chiedono risposte immediate le associazioni che hanno partecipato all’ audizione (Associazione culturale pediatri di Puglia e Basilicata per le malattie dei bambini legate all’inquinamento, “Liberiamo Taranto”, Peacelink, Veraleaks), e fanno le loro proposte. A partire dalla necessità di avviare azioni immediate per eliminare le emissioni di benzene a forte impatto per la salute e di porre sotto i riflettori nazionali la situazione in cui versa Taranto, per arrivare a una specie di bonifica anche culturale e politica.
Galante (M5S): “Vogliamo la VIIAS”
Chiedono risposte anche i politici. ” Bisogna lavorare per ridurre questo fenomeno e coinvolgere le istituzioni locali e nazionali. Se la causa, come ipotizzato, è la cattiva manutenzione degli impianti dello stabilimento ex Ilva, bisogna pretendere impegni precisi da parte della società in termini di sostenibilità ambientale e sanitaria e di garanzie dei livelli occupazionali. L’impatto delle emissioni prodotte dallo stabilimento sull’ambiente e sulla salute della popolazione è stato oggetto di diversi rapporti scientifici. Dobbiamo tutelare la salute dei cittadini di Taranto e l’ambiente” dice il pentastellato Galante, e propone un piano di riconversione ecosostenibile dell’attività dello stabilimento. “Continuiamo a chiedere con forza l’introduzione della preventiva Valutazione Integrata dell’impatto ambientale e sanitario (VIIAS), così come la revisione dei limiti degli inquinanti previsti dalle Decreto legge 155/2010, ritenuti elevati dall’Organizzazione mondiale della sanità“.
Mazzarano (Pd): “Necessario il confronto con la Regione”
Ancora più esplicito il consigliere regionale del Pd, Michele Mazzarano, che ha richiesto alla Commissione Ambiente l’audizione sull’argomento: ““L’innalzamento dei livelli di benzene diffusi nell’aria di Taranto e testimoniati dalle rilevazioni delle centraline di Arpa impongono un attento approfondimento da parte della Regione e del Governo. Per quanto di nostra competenza abbiamo il dovere di avviare immediatamente un tavolo di confronto tra il territorio ed il governo regionale, in particolare con il Presidente Emiliano e con l’assessore all’Ambiente Maraschio. In tale contesto e nella consapevolezza che a determinare la gravità della situazione sia la somma delle emissioni inquinanti – ha concluso Mazzarano – ritengo che sia un errore gravissimo procedere alla proroga dell’Aia, già datata, incompleta e reiterata”.