A Ecomondo, Italia eurolocomotiva della green economy: sfida possibile ma a tappe

Un percorso con obiettivi precisi da qui al 2030 e una legge sul clima. Le carte in regola ci sono tutte: l’Italia può diventare una delle locomotive europee della green economy

 

Nella check list del prossimo decennio il grande passo in avanti, sostenuto dalle risorse del PNRR, passa dalla decarbonizzazione e dall’economia circolare.

I cambiamenti in direzione della sostenibilità climatica ed ecologica sono una sfida impegnativa, ma sono necessari: siamo in grado di gestirli cogliendo anche le opportunità che offrono? Le imprese italiane sono pronte ad intraprendere il percorso della transizione ecologica?

Al di là delle difficoltà, la risposta è sì. Per 3 aziende su 4 (il 76%) l’Italia dovrebbe essere fra i promotori della transizione ecologica perché questa scelta metterebbe il Paese all’interno del gruppo avanzato delle economie mondiali. Per il 51% contribuirebbe a migliorare il posizionamento dell’azienda e per il 60% promuoverà investimenti in innovazioni. Per circa 3 imprese su 10 i benefici di questa svolta saranno la riduzione dei costi operativi.

Foto di Orlando da Pixabay

L’83%,  ovvero più di 8 imprese su 10 (su un campione di 1.000 imprese italiane, piccole sopra i 10 dipendenti, medie e grandi, appartenenti ai principali settori) ritiene necessaria la svolta green: la transizione ecologica è un cambiamento basilare per superare le crisi ambientali ed economiche attuali. Per il 62% proprio l’attuale periodo storico, pieno di criticità, appare come il momento giusto per intraprendere un percorso di transizione ecologica.

L’indagine, realizzata a settembre 2022, sarà presentata agli Stati Generali della Green Economy, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in occasione di Ecomondo Key Energy, a Rimini l’8 e il 9 novembre, realizzata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da EY e pubblicata all’interno della Relazione sullo stato della green economy 2022. Qui il programma.

Se gli imprenditori non sono indifferenti ai rischi causati dalla crisi climatica, gli Stati Generali della green economy più che essere una fotografia dello stato dell’arte, hanno lanciato la palla verso le sfide dei prossimi 10 anni.

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Gli obiettivi Green: dove bisogna arrivare

Ecco la roadmap proposta dagli Stati generali per il 2030, estremamente attuale in vista della Cop27 di Sharm el Sheikh che si svolgerà il 7-8 novembre:

  • Approvare una legge per la protezione del clima per aumentare il passo nelle misure per la neutralità climatica
  • Raddoppiare le rinnovabili dal 20 al 40%
  • Tagliare il consumo di combustibili fossili del 40%
  • Introdurre misure di adattamento
  • Coinvolgere attivamente le città nel raggiungimento dei target climatici
  • Valorizzare e sviluppare i potenziali dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo vincolando almeno il 50% delle risorse del PNRR per sostenere progettazione e innovazione di processi produttivi e di prodotti in direzione circolare
  • Semplificare le procedure End of Waste e promuovere l’impiego di materiali riciclati
  • Accelerare la decarbonizzazione dei trasporti aumentando gli investimenti per il trasporto pubblico locale, disincentivando l’uso dell’auto privata in città e approvando una legge quadro per la mobilità condivisa
  • Sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura
  • Approvare la legge per la tutela del suolo
  • Migliorare la tutela e la valorizzazione del capitale naturale e recuperare i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione per sostenere la transizione ecologica.

Fotografia dell’Italia Green: da dove partire

  •  Emissioni di gas serra 

Le emissioni di gas serra sono diminuite di circa il 9,8% nel 2020, a causa della pandemia, ma nel 2021 hanno riprese a crescere, si stima del 6%, non rispettando così il senso del Green Deal che vuole una ripresa senza aumento di emissioni.  Se l’Italia recepisse il nuovo target europeo di riduzione del 55% al 2030, dovrebbe tagliare le emissioni entro i prossimi 10 anni del 26,2, riducendole del 2,6% all’anno nei prossimi 10 anni. Nel 2020 gli eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici in Italia sono stati quasi 1.300, nel 2011 non raggiungevano i 400.

  • Energia e Rinnovabili
Foto di Roy Buri da Pixabay

Nel 2020 in Italia il consumo da fonti rinnovabili è stato di 21,5 Mtep ,  0,4 Mtep in meno del 2019. Nel 2020  le rinnovabili termiche si sono fermate a 10,1 Mtep, meno del 2008, le rinnovabili nei trasporti sono state 1,3 Mtep, lo stesso valore del 2019 e più basso di quello del 2012. Nel 2020 le rinnovabili elettriche sono cresciute solo di 1 TWh (+1%) e sono stati installati solo 800 MW di nuovi impianti. Per raggiungere il target europeo si dovrebbero installare almeno a 6.000 MW annui per i prossimi 10 anni. Nel 2020 i consumi primari di energia in Italia si sarebbero ridotti del 9,2% rispetto all’anno precedente: un calo in linea con quello del Pil (-8,9%), a conferma che la contrazione dei consumi di energia è stata causata dalla crisi generata dalla pandemia.

  • Green city

Si stima che nelle città si producano due terzi delle emissioni globali di gas serra: nessun percorso di decarbonizzazione può prescindere da un loro pieno coinvolgimento. La sfida della neutralità climatica è un impegno decisivo per il futuro delle città, ma anche una occasione di riqualificazione ecologica. Per promuovere un nuovo protagonismo delle città per il clima e sostenere un rinnovamento del Patto dei Sindaci aggiornato ai target al 2030 e al 2050, lo scorso 8 luglio è stata presentata dal Green City Network “La Carta delle città verso la neutralità climatica” che ha già ricevuto le adesioni di oltre 45 città italiane.

  • Economia circolare

L’Italia nel 2020 si classifica 1° fra i cinque principali Paesi europei per produttività delle risorse (misurata in euro di Pil per kg di risorse consumate), con 3,7 €/kg, davanti a Francia, Germania, Spagna e Polonia. Nel 2019 l’Italia ha riciclato 14 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari al 51% dei rifiuti prodotti, seconda in Europa dopo la Germania. Per il tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMU) che misura il grado di impiego dei materiali riciclati all’interno dell’economia in relazione all’uso complessivo di materie prime, l’Italia si colloca al 2° posto dopo la Francia.

  • Auto ibride ed elettriche
Foto di Mikes-Photography da Pixabay

Nel 2020 in Italia la vendita di nuove auto è calata del 28%, rispetto al 2019, anche se la riduzione sembra rientrare nel 2021. Pare costante ormai la discesa delle vendite delle auto diesel – dal 53% del 2017, fino al 33% del 2020 e anche a benzina: dal 44% del totale immatricolato del 2019 al 38% dell’ultimo anno. Si avvantaggiano le alimentazioni alternative – Gpl/metano, ibrido, elettrico (full electric e plug-in) – che nel 2020 rappresentano quasi il 30% del nuovo immatricolato. Il traino all’ascesa delle alimentazioni alternative è dato dalla penetrazione delle alimentazioni ibride, che segnano il sorpasso sulle alimentazioni Gp-metano. Le auto elettriche sono triplicate in un anno, dalle 17 mila unità del 2019 alle 60 mila circa del 2020, dallo 0,9% al 4,3% del mercato. L’ Italia però è ancora molto lontana dal target di 6 milioni di auto elettriche al 2030.

  • Biologico, DOP e IGP 

L’agricoltura italiana anche nel 2020, nonostante una lieve contrazione, ha confermato il suo primato europeo. Continua a crescere il settore biologico, a inizio 2020 interessava circa 2 milioni di ettari, circa il 15% della Sau, + 78,9 % rispetto al 2010. Secondo la strategia “Farm to fork ” nel 2030 l’ agricoltura biologica  deve interessare almeno il 25%  della superficie agricola Ue. L’Italia è leader in Europa per numero di prodotti DOP, IGP, STG. Nell’ultimo decennio la distribuzione di fertilizzanti è diminuita leggermente (-1,3 %), quella di  prodotti fitosanitari  si è ridotta in modo più consistente (- 6,5 %), ma le emissioni di gas serra del settore agricolo  nel decennio non sono diminuite.

  • Capitale naturale

L’Italia è il Paese europeo che preleva la maggiore quantità di acqua dolce per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei e si colloca al secondo posto per valori di prelievo pro-capite. Il consumo di suolo continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nel 2020, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km2, in media, oltre 15 ettari al giorno, due metri quadrati di suolo ogni secondo. L’Italia non ha raggiunto l’obiettivo di un soddisfacente stato di conservazione di habitat e specie stabiliti dalle Direttive Habitat e Uccelli  ed è  lontana dal target  di qualità «buono»  per i corpi idrici della Direttiva quadro sulle acque: siamo al 40%.

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Stati Generali della Green Economy 2022

Gli Stati Generali della Green Economy sono promossi dal Consiglio Nazionale, composto da 68 organizzazioni di imprese della green economy in Italia, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, il patrocinio della Commissione Europea, della Regione Emilia-Romagna e di Fondazione Cariplo.

Hanno l’ambizione di promuovere un nuovo orientamento dell’economia italiana verso una green economy per aprire nuove opportunità di sviluppo durevole e sostenibile ed indicare la via d’uscita dalla crisi economica e climatica. L’iniziativa, nata nel 2012, è diventata ormai un punto di riferimento per migliaia di imprese e ha coinvolto tra il 2012 e il 2020 più di 8500 stakeholder.

L’obiettivo degli Stati Generali è sviluppare, attraverso il metodo dell’elaborazione partecipata, una piattaforma programmatica per lo sviluppo di una green economy in Italia attraverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, nonché delle politiche e delle misure necessarie per migliorare la qualità ecologica dei settori strategici. Anche la Commissione europea, nel Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali del 2017 e 2019, ha incluso gli Stati Generali della Green Economy e il Consiglio nazionale della Green Economy fra le misure a sostegno della transizione verso un’economia circolare e la green economy.

L’edizione 2022 sarà dedicata al tema “Le nuove sfide della transizione ecologica per le imprese italiane – Tra gli alti costi dell’energia, delle materie prime e della crisi climatica”. Qui il programma

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