5G e rischi per la salute. Petizione a Ceglie del Campo per bloccare un’antenna

Bloccare l’installazione di nuove antenne a Bari. La protesta dei residenti al momento ha avuto la meglio ma molto resta da fare

 

A Ceglie del Campo, in via Umberto, è stato l’intervento tempestivo di abitanti e negozianti a impedire di collocare un nuovo impianto sul tetto della palazzina che ospita la farmacia ma allontanare gli operai non è la soluzione definitiva. Così, insieme alle associazioni, i residenti stanno raccogliendo le firme per bloccare il rischio di nuove emissioni 5G e impegnare il Comune di Bari a bloccare future richieste autorizzative.

Per questo verrà chiesto un incontro in assessorato e verrà ribadita la necessità di scelte che siano condivise con il territorio e non imposte.

Una posizione condivisa anche dal consigliere comunale Antonio Ciaula di FdI che si è impegnato a portare la questione in commissione Trasparenza: “Tutti i territori meritano rispetto, condivisione e considerazione. Il Comune di Bari non può lasciare indietro le periferie. Le comunità devono essere interpellate e prese in seria considerazione quando si deve intervenire in maniera così invasiva sui territori. L’amministrazione centrale – ha scritto in un posto su Fb – viene percepita come matrigna dalle periferie, al contrario dovrebbe sforzarsi per assicurare pari dignità a tutti i cittadini. Prima di entrare a gamba tesa sul territorio si doveva porre in essere una azione tesa al dialogo e alla condivisione”.

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Per effettuare i lavori il Comune aveva emesso un divieto di sosta e di fermata nei giorni 17 e 20 febbraio tra i civici 139 e 145 per il posizionamento di una piattaforma aerea. Ma il punto è che, secondo i residenti, a nessuno era stato preventivamente comunicato. Non ci sta soprattutto chi lì vive e lavora tutti i giorni nella zona: chi garantisce che le onde elettromagnetiche emesse non faranno male? 

Quali rischi per la salute pubblica, la sicurezza e l’ambiente? 

La tecnologia 5G lavora su tre diverse bande di frequenza: 700 MHz, 3.7 GHz e 26 GHz. La prima, attualmente destinata alla trasmissione televisiva, a partire dal luglio 2022 è stata riassegnata ai gestori di telefonia. Le altre due sono frequenze più elevate rispetto a quelle attualmente in uso per la telefonia mobile.

La normativa italiana, fra le più cautelative in Europa, fissa limiti/valori di attenzione per i livelli di campo elettromagnetico nella gamma di frequenza 100kHz – 300GHz, indipendentemente dalla tecnologia di rete utilizzata. Le tre bande di frequenza utilizzate dal 5G ricadono all’interno del suddetto intervallo.

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Per fare chiarezza, considerato che i progetti dei nuovi impianti o modifica di quelli esistenti vengono valutati dalle Agenzie per l’Ambiente che ne verificano, già prima della installazione, ma anche ad impianti attivati, la compatibilità con i limiti/valori di attenzione stabiliti dalla normativa vigente (DPCM 08.07.03 e ss.mm.ii.), Arpa Puglia sul suo sito istituzionale ha predisposto uno spazio dedicato a fornire elementi di conoscenza e a recuperare documenti ufficiali.

Bollettino 5G Arpa Puglia gennaio 2023

Inoltre pubblica mensilmente bollettini che forniscono un aggiornamento sulle domande di installazione. In quello di gennaio 2023 si evidenzia che su 8 istanze pervenute a Bari, sono stati autorizzati 5 impianti.

Tra i vari documenti reperibili online, ci sono anche quelli dell’Iss.

In particolare, un documento divulgativo prodotto dal Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, si precisa che “l’introduzione della tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione (5G) darà luogo a nuovi scenari di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza che saranno emessi in bande di frequenza (694-790 MHz, 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz) diverse da quelle utilizzate attualmente per la telefonia mobile (da 800 MHz a 2,6 GHz).

Uno degli aspetti di particolare novità del 5G consiste nel fatto che non sarà finalizzato solo alla comunicazione tra persone, ma anche al cosiddetto “Internet delle cose”, in cui vari dispositivi wireless comunicano direttamente tra loro, utilizzando in particolare onde elettromagnetiche di frequenza appartenente alla banda 26,5-27,5 GHz indicate spesso come “onde millimetriche” anche se quest’ultime corrispondono più precisamente alle frequenze comprese tra 30 e 300 GHz (lunghezze d’onda comprese tra 1 e 10 mm). Onde elettromagnetiche di così elevata frequenza, durante la loro propagazione, non riescono a penetrare attraverso gli edifici o comunque a superare ostacoli, ed inoltre vengono facilmente assorbite dalla pioggia o dalle foglie. Per questo motivo sarà necessario utilizzare, in maggiore misura rispetto alle attuali tecnologie di telefonia mobile, le cosiddette small cells, aree di territorio coperte dal segnale a radiofrequenza le cui dimensioni, che possono andare da una decina di metri (indoor) a qualche centinaio di metri (outdoor), sono molto inferiori a quelle delle macrocelle che possono essere estese anche diversi chilometri. Ciò comporterà l’installazione di numerose antenne e questa “proliferazione di antenne” sembra essere una delle principali cause di preoccupazione nel pubblico circa possibili rischi per la salute connessi alle emissioni elettromagnetiche del 5G”.

Per comprendere quanto queste preoccupazioni siano fondate è necessario esaminare lo stato delle conoscenze scientifiche circa gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenza, distinguendo tra effetti a breve termine, sostanzialmente di natura termica, ed effetti a lungo termine, “questi ultimi non accertati nonostante i numerosissimi studi scientifici condotti al riguardo”.  Al momento però, le risultanze sono interlocutorie. “I dati disponibili – si legge nello studio Iss – non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G. Tuttavia è importante che l’introduzione di questa tecnologia sia affiancata da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine”.

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