
Se non si blocca subito l’uso di gas, petrolio e carbone, sarà impossibile rispettare gli obiettivi 2050. Oggi però manca la tecnologia
Nel 2021 riparte il consumo energetico e tornano ad aumentare le emissioni di CO2 in atmosfera. Il lockdown del 2020 a causa del Covid è servito a ben poco. Dopo una netta riduzione dei consumi di energia del 10%, le riaperture del 2021 hanno riportato i consumi in salita, + 15% a marzo a fronte di un -4% di gennaio e febbraio. Con questo trend, nel 2021 si recupererà un terzo dei consumi persi nel 2020. Questo emerge dall’analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’ENEA, che ha registrato anche un aumento delle emissioni CO2, +0,2% nel primo trimestre.
L’Italia è anche in ritardo sulle tecnologia low carbon rispetto a Germania, Francia, Spagna, Danimarca, Olanda, Austria, Svezia e Belgio. La ripresa industriale post Covid influisce negativamente sui dati, perché in tutto questo periodo non sono state eseguite le opportune azioni e le innovazioni tecnologiche per attuare pratiche sostenibili ed effettuare la transizione ecologica.
Infine, a fronte del calo dei consumi di petrolio (-9% tendenziale) sono in aumento gas naturale (+5%), energie rinnovabili (+5%), importazioni nette di elettricità (+6%) e anche il carbone (+17%, dati parziali, comunque ben al di sotto del I trimestre 2019). Inoltre, la minore domanda di energia nei trasporti (-9%), che resta su valori molto inferiori a quelli pre-pandemia, è stata più che compensata dai maggiori consumi di industria (+7%), civile (+3%) e usi non energetici (+22%).
Se i dati di ENEA non sono del tutto rassicuranti, anche il rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, IEA, segnala che “la finestra di opportunità per raggiungere emissioni nette zero si sta chiudendo”.

L’Agenzia conferma: stop al carbone, al petrolio e al gas entro il 2021. Nessun progetto o investimento deve partire quest’anno, ma tutti devono terminare ora. Altrimenti sarà impossibile raggiungere emissioni nette zero nel 2050. “La neutralità di carbonio – spiega il rapporto – richiede una riduzione corposissima nella produzione di tutti i combustibili fossili. Il settore energetico può, nell’arco di 30 anni, diventare a emissioni nette zero, ma questo richiede una trasformazione senza precedenti del modo in cui l’energia viene prodotta, trasportata e utilizzata a livello globale. Nello scenario che ci porta verso la neutralità di carbonio al 2050, il loro consumo dovrebbe calare fino a fornire non più del 20% del fabbisogno.”.
Servono impianti di cattura e stoccaggio della CO2 che devono diffondersi rapidamente a larga scala tra il 2030 e il 2040. Ma molte tecnologie non sono state ancora inventate o sono ancora in atto le sperimentazioni. Inoltre, non tutti i Paesi viaggiano alla stessa velocità.
Comunque, l’IEA ritiene che “la domanda di petrolio nel 2050 scenderà del 75% e quella di gas del 55% rispetto ai livelli del 2020. Ma più in generale è la domanda globale di energia a scendere (le stime dicono -8%), con un consumo pro capite in picchiata visto che ci saranno 2 miliardi di persone in più di oggi. Inoltre, si prevede che i veicoli con motori a combustione interna siano messi al bando non oltre il 2035. Quanto alle rinnovabili, entro il 2050 forniranno due terzi dell’energia totale e quasi il 90% della generazione di elettricità. Eolico e solare faranno la parte del leone contando per circa il 70% del mix elettrico globale a metà secolo. La parte restante sarà fornita da bioenergia, geotermico e idroelettrico.”.