1° Maggio Festa del lavoro: qualche spunto di riflessione

Dalla crisi si esce con la cantierizzazione di nuove opere: ferrovie, strade, porti reti e idriche. E’ uno degli spunti di riflessioni in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro.

Il presidente del Consiglio regionale pugliese Onofrio Introna, ha inviato un appello al Premier Mario Monti. “La prospettiva di raggiungere il pareggio di bilancio solo con le imposte – osserva Introna – potrebbe anche non bastare a salvare l’Italia, se non si passa con decisione agli investimenti nelle infrastrutture, specie nel Mezzogiorno. Se si agisce solo sulle imposte, si genera recessione. Serve, invece, una visione di prospettiva più coraggiosa sulla necessità di rilanciare il Paese”. Centrale è il problema dell’occupazione per i giovani, le donne, i precari, i disoccupati. Occorre investire sulla ricerca, la cultura, la formazione.

“In Puglia – sottolinea Gianni Forte, segretario della Cgil Puglia – si è pressoché raddoppiato il numero delle aziende che negli ultimi mesi ha fatto ricorso alla cassa integrazione in deroga ed il numero dei lavoratori interessati ha raggiunto la soglia dei 15 mila. Si tratta di persone che si aggiungono a tutti coloro che sono già in mobilità e cominciano a vedere la propria posizione lavorativa fortemente compromessa, ad accorciarsi lo sguardo sul proprio futuro. Ma il dato pugliese è in linea con quello nazionale”. Per questo l’organizzazione sindacale ha proclamato per il prossimo 10 maggio una giornata di mobilitazione nazionale contro la precarietà ed in favore del lavoro. “Non bisogna sottovalutare – conclude Forte – lo spirito d’insoddisfazione ed insofferenza che anima lavoratori e pensionati, chiamati a subire un forte inasprimento fiscale a fronte di uno Stato che si ritira sempre più dalla sua funzione di fornitore di servizi e beni comuni e d’investitore in opere ed infrastrutture”.

Un’altra riflessione emerge dallo slogan “Lavorare per vivere non per morire” del comitato “Tre Marzo” che aderisce alla manifestazione promossa dalla Camera del lavoro e Cgil di Molfetta.

Secondo dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, il 2011 è stato un anno drammatico per il mondo del lavoro perché circa 1.170 lavoratori non hanno fatto ritorno a casa. Dal 1° gennaio ad oggi i morti sul lavoro sono 159 sui luoghi di lavoro e 315 per strada. Questi numeri – secondo il comitato – sono la diretta conseguenza del depotenziamento e dello svuotamento a colpi di decreti attuativi del testo unico sulla sicurezza sul lavoro (legge 81 del 2008). Un’altra motivazione sono le politiche di precarizzazione del rapporto di lavoro. L’ultima tappa di questo percorso è la cancellazione di fatto dell’art 18 dello statuto dei lavoratori.

Articoli correlati